Stavolta non cè una dolce sorpresa nelluovo di cioccolata. Anzi, resta solo lamaro della crisi. Agenzie di viaggio e ristoratori lo dicono e ridicono ai cronisti che reclamano un commento su business e tradizione. «Anche in un periodo favorevole alle vacanze come quello di Pasqua il fatto che meno gente scelga viaggi organizzati, be è indice della difficoltà del momento» afferma Luigi Maderna, presidente di Fiavet Lombardia, associazione delle agenzie di viaggio aderente allUnione del Commercio. Virgolettato sottoscritto anche da Lino Stoppani, presidente di Fipe, associazione dei pubblici esercizi: «È una situazione brutta e triste. Si rinuncia ai simboli della tradizione, come il consumo di abbacchio, capretti e di altri piatti tradizionali».
Risultato? Meno 13 per cento di partenze organizzate ovvero, in valori assoluti, un giro daffari di novanta milioni contro i 120 milioni sborsati lo scorso anno per le festività pasquali. E, secondo i dati della Camera di Commercio di Monza e Brianza, una presenza «forzata» in città di almeno 200mila persone in più. Che, magari, ieri, hanno contribuito a far registrare un boom di visite al Castello Sforzesco per il Crocifisso di Michelangelo. «Forzati» della crisi che «morde», che costringe a far quadrare i bilanci e che «spinge», annota Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio di Milano, «a ritentare uno sforzo di crescita e di miglioramento». Come dire: «Le difficoltà si possono affrontare proprio a partire da una ripresa della fiducia che sembra emergere in questultimo periodo».
Spiega che va di pari passo con la scelta della vacanza «fai da te» che, in soldoni, si traduce in una scelta più economica e al massimo con uno spostamento di tre giorni al mare o nelle città darte chiedendo spesso e volentieri ospitalità a familiari e amici. E di tre giorni è anche il viaggio al risparmio di chi sceglie (3 su 10) le capitali europee. Ma si risparmia pure a Pasquetta, giornata in cui tradizionalmente si preferisce la scampagnata al ristorante: secondo lanalisi della Fipe, il fatturato per il 40,9 per cento dei ristoratori non sarà affatto in linea con quello dellanno passato eppure, dicono, i prezzi del pranzo «tutto compreso» sono assai contenuti - la media è di 42 euro a persona - ma, ancora, non «riescono a distrarre i milanesi dal clima di difficoltà» o, meglio «non riescono a distrarre» le famiglie poiché la clientela di Pasquetta è composta per il 24,2 per cento da singole famiglie e per il 33,2 per cento da gruppi di amici.
Insomma, sul comportamento dei milanesi inciderebbe sia la criticità del periodo oltreché il dramma in Abruzzo che ha attenuato notevolmente il clima di serenità e di gioia della resurrezione pasquale. Cè però, fortunatamente, uno «spiraglio»: lestate, «le agenzie sono sommerse da richieste di informazione e questo fa ben sperare» osserva Fiavet Lombardia. Uno «spiraglio» di uscita anche dalla crisi.
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