La Pasquetta nella Capitale è «fuori Porta». Abbacchio, uova, corallina e pizze dolci e salate sono le immancabili tradizioni di Pasqua, ma il giorno seguente per i romani limperativo è unico: andare in gita. Ovviamente, sempre alla ricerca di golosità. Se è vero che lusanza di trascorrere questa giornata fuori città viene da alcuni vista come celebrazione del viaggio dei discepoli verso Emmaus, durante il quale, Gesù si mostrò per la prima volta dopo la Resurrezione, lo è anche che ai motivi religiosi si aggiunge lutilità «pratica» di allungare il weekend e concedersi ancora un po di svago e riposo. Con gusto.
Le proposte non mancano. Sono molti gli indirizzi deccellenza vicino Roma, che consentono di abbinare il piacere della gita a quello del palato. Si comincia da Zagarolo, con Il Tordo Matto dello chef Adriano Baldassarre (piazza San Martino 8; 0695200050 a Zagarolo) che propone ricette dallo stile che lui stesso definisce «neoclassico», tra tradizione e fantasia, insomma guardandosi alle spalle e intorno, per cogliere tendenze, novità e ispirazione. Tra le proposte suggerite dallo chef spiccano ostrica, moscato e lattuga iodata, oltre al cappuccino di baccalà servito in bicchiere. Immancabile a Frascati, lappuntamento da Cacciani (via Diaz 13; 069401991; Frascati) con lo chef Paolo Cacciani. Si spazia dalla focaccia espressa con guanciola, fumi di peperoncino e rosmarino alle pappardelle con ragù bianco ed erbe profumate, fino allabbacchio scottato. Non mancano pesce fresco secondo disponibilità e primizie di mercato per una cucina incentrata sui genuini sapori locali, da gustare preferibilmente con vini dei Castelli Romani.
Si rifanno alla tradizione agropastorale, da quella antica delle popolazioni che fondarono Roma a quella contadina novecentesca, i piatti di Anna Dente, chef dellOsteria di San Cesario. La carta propone un percorso gastronomico tutto romanesco, dalle «svojature» allacqua cotta della campagna romana, senza dimenticare timballi, coratella dabbacchio, caci, fritti e torte (via Corridoni 60; 069587950; San Cesareo). Ricerca filologico-gastronomica pure da Pietrino e Renata, a Genzano, che, tra gli altri, propongono piatti ormai «perduti» della nostra tradizione, come la zuppa di fave con battuto di lardo e menta romana o labbacchio alla svinatora, «che i nostri nonni preparavano con il vino appena svinato». Per chiudere caffè tostato a legna (via Fratelli Cervi 8; 069391497; Genzano).
Si propone come una guida per «riscoprire i sapori della vera cucina» lantico ristorante Sora Maria e Arcangelo, dal 1954 a Olevano Romano, che segue la tradizione familiare, attraverso il giovane patron Giovanni Milana, con unottima selezione di piatti e unampia scelta di etichette italiane e estere (via Roma 42; 069564043). Le ricette contadine sono le «muse» di Guglielmo e Fabrizio Canestri allOsteria della Stazione, a Marino, dove si preparano solo piatti laziali. Tanto i prodotti, a partire dai formaggi dellalta Tuscia, che i vini sono di produttori locali (via Scalinata della Stazione 4; 069367090; Marino).
Tra le mete classiche della gita di Pasquetta cè poi anche il Circeo. Il ristorante La Cruz offre specialità di carne, con tagli di chianina, carne argentina, irlandese o danese, e di pesce, secondo la disponibilità del mercato (piazzale delle Crocette; 3347763877; San Felice Circeo). Vista sul lago con sapori di pesce - di lago e mare - e carne, per lantico ristorante Pagnanelli, dal 1882 a Castel Gandolfo.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.