La passeggiata Vittorio Pertusio

Il sindaco più amato. A Vittorio Pertusio, primo cittadino di Genova dal 26 giugno 1951 al 27 maggio 1960 e dall’8 febbraio 1961 al 2 febbraio 1965, la città dedica la passeggiata che collega il Museo del Mare e della navigazione all’area del Porto Antico. L’intitolazione avverrà domani alle 17.30 con una cerimonia ufficiale. Pertusio fu sindaco di assoluto rigore morale e un galantuomo d’altri tempi. Nato a Genova il 25 luglio 1904 il futuro primo cittadino divenne avvocato di grido già prima della caduta del fascismo di cui, comunque, non condivise mai l’ideologia. Cattolico di formazione sturziana, partecipò alla lotta di Liberazione. Sin dagli anni della prima legislatura repubblicana, Pertusio, eletto nelle fila della Dc genovese, venne chiamato ad incarichi di grande responsabilità. Già nel 1950 ricopriva il ruolo di vicepresidente della commissione speciale per l’esame e l’approvazione dei disegni di legge sulla stampa. Ma fornì il proprio contributo anche in altri settori fra cui quello dei lavori pubblici e della Cassa per il Mezzogiorno. Nel sesto governo De Gasperi venne chiamato a ricoprire la carica di sottosegretario al lavoro e alla previdenza sociale.
In un’epoca in cui nessuno avrebbe barattato Montecitorio con Plazzo Tursi lui si distinse anche per quello. Vincitore con la Dc delle elezioni amministrative del 1951, infatti, il nuovo sindaco si mise immediatamente ala lavoro perseguendo il miraggio di trasformare Genova in una grande metropoli marittima del Nord. Perseguì il suo scopo attraverso un’amministrazione moderata e allo stesso tempo dagli indirizzi molto chiari. I difficilissimi anni del dopoguerra avevano fatto della capitale portuale e commerciale d’Italia, della città delle industrie metallurgiche e navali cresciute all’ombra di avveniristici grattacieli, un centro umiliato dai bombardamenti e dalle ferite profonde. Per rilanciare Genova agli onori che da sempre la contraddistinguevano erano necessarie manovre di peso: nuovi investimenti, piani regolatori di ampio respiro, grandi opere e bilanci da riportare in pareggio. La rinascita di Genova era il sogno del Grande Vecchio, come venne soprannominato prima che morisse. Agli occhi di qualcuno la sua era solo un’utopia, ai suoi erano piani precisi. La passione, il rigore morale e le capacità manageriali gli hanno però permesso di rendere reali le idee che poi, attraverso la realizzazione di grandi opere avrebbero cambiato il volto all’intera città.

Fra queste vale la pena di ricordare la pedemontana, la sopraelevata, l’aeroporto, l’acquedotto del Brugneto, la sistemazione di Piccapietra, corso Europa, l’allestimento dell’area della Foce, dell’Acquasola e del Monoblocco. Il ricordo di sé che Pertusio ha affidato alla Storia rimane del tutto cristallino. Quello di un sindaco che, per non sottrarre disponibilità al Comune di Genova ogni mattina andava a Tursi a Piedi.

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