Passera e primarie Pdl tutte le verità di Alfano

Il segretario: "L'ex banchiere può candidarsi, io non so". E punge Formigoni che punta sul ministro: "Lui resta in Lombardia"

Passera e primarie Pdl tutte le verità di Alfano

«Se il ministro dello Svilup­po dicesse di condividere i nostri ideali e chiedesse di correre alle primarie, sarebbe un fatto positi­vo e credo nessuno potrebbe im­pedirgli di partecipare». Roberto Formigoni, con una intervista aRepubblica , lancia un sasso nelle acque del Pdl e apre alla possibili­tà che Corrado Passera possa esse­re candidato alle primarie di Via dell’Umiltà. Un affondo che fa scattare una vera e propria raffica di dichiarazioni (e contestazioni) da parte di molti dirigenti azzurri, tutt’altro che entusiasti di quella che per alcuni suona come una presa di distanza da Angelino Alfa­no, per altri come l’avvio di un’of­fensiva neocentrista. Tant’è che è lo stesso governatore lombardo a tornare sulla vicenda con una pun­tualizzazione. «Non ho dichiara­to che voterò Passera- precisa For­migoni che fa anche capire che non si presenterà alle primarie ­ho detto che se Passera o altri si candideranno, la competizione sarà interessante».

Chi decide di vestire l’abito del pompiere è colui che potrebbe es­sere penalizzato da una eventuale discesa in campo del manager lombardo. «Il candidato premier sarà scelto con un grande slancio democratico attraverso le prima­rie » dice Angelino Alfano a Che tempo che fa . «Io non ho deciso se candidarmi perché penso a fare bene il mio lavoro di segretario. Passera potrà candidarsi se si iscri­verà al Pdl e parteciperà alla dina­mica democratica del partito». Il segretario si concede poi un «con­siglio » in merito al risiko dei nomi. «Come profilassi nei confronti del governo sconsiglio a tutti di candi­dare Monti. Lui stesso credo ambi­sca a non essere candidato». C’è poi una notazione che suona co­me una puntura di spillo. «La vera notizia» dell’intervista - dice Alfa­no- è che Formigoni non si candi­da più alle primarie. Per noi è una perdita ma può essere un guada­gno per la Regione Lombardia». Infine uno sguardo verso i rappor­ti con il Carroccio. «Non ci sono preclusioni» per l’alleanza con la Lega ma se il Pdl «dovesse pagare il conto»dell’appoggio al governo Monti, «per il bene dell’Italia, lo pagherebbe». E una battuta sul processo Mills. «I magistrati stan­no facendo un inseguimento per una condanna che, se arrivasse, non sarebbe valida per avvenuta prescrizione».

La «provocazione» del governa­to­re lombardo non lascia certo in­differente il resto del partito. An­che se molti comprendono la vo­lontà di spostare su basi nuove la difficile trattativa con l’Udc, tutti concordano sul fatto che siano sta­ti sbagliati modi, tempi e «candi­dature ». «Monti e i suoi ministri hanno un compito cosi delicato e impegnativo che è un esercizio del tutto sconsigliabile prenotarli per futuri appuntamenti politico­partitici » dice Fabrizio Cicchitto. «Il Pdl deve lavorare su se stesso per rinnovarsi. Non vedo necessi­tà di Papi stranieri: sostengo Alfa­no senza se e senza ma». Ancora più netto Maurizio Gasparri. «Pas­sera candidato? Se vuole con la si­nistra. Con noi no. Dimostri di sa­per fare il ministro. È pure caduto il bluff del sostegno dei cattolici. Sono testimone di prese di distan­ze. Il nostro candidato è Alfano». Chiude la porta Maurizio Lupi: «Al Pdl non serve un banchiere. Dobbiamo lavorare tutti con Alfa­no per vincere nel 2013». Maria­stella Gelmini fa notare come «si tenda a confondere il titolo con le parole reali. Formigoni conferma che il candidato è Alfano ma ri­chiama la natura aperta del Pdl e la possibilità che anche Passera si candidi alle primarie». Anna Ma­r­ia Bernini innesta le parole del go­vernatore in un mosaico più am­pio. «Negli ultimi giorni abbiamo assistito a un attacco alla segrete­ria: scandalismo sulle tessere, diri­genti che si intestano crociate mo­ralistiche, arrembanti campagne stampa. E addirittura un governa­tore di vaglia come Formigoni che lancia dal giornale di De Benedet­ti la candidatura di Passera, a po­chi mesi dalle amministrative.

La priorità dovrebbe essere quella di lavorare insieme per vincere le ele­z­ioni e costruire un partito più for­te attorno ad Alfano». Lapidaria Giorgia Meloni. «Candidare un banchiere? Bell’epilogo sarebbe per la nostra bella avventura di movimento popolare». 

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