Massimo Restelli
da Milano
Banca Intesa torna a tendere la mano a Capitalia. Gli ostacoli non mancano ma a rilanciare la strategia della «distensione» sono stati ieri sia il presidente Giovanni Bazoli sia lad Corrado Passera. I rapporti con Cesare Geronzi, in procinto di rientrare alla presidenza del gruppo romano dopo lo stop per linchiesta Parmalat, «sono sempre stati amichevoli, cordiali e più che buoni» ha assicurato il professore bresciano allassemblea dei soci che in sei ore ha approvato il bilancio 2005 (tre miliardi lutile netto consolidato, 22 centesimi il dividendo).
Dettagli finanziari a parte, a tenere banco è stata lattesa per la possibile nascita di un colosso del credito sullasse Milano-Roma. Scenario su cui ha continuato a scommettere anche Piazza Affari: Intesa ha chiuso sulla soglia dei 5 euro tra scambi intensi (più 2,12%). Laccordo è ancora tutto da scrivere ma Passera, pur rimandando agli azionisti ogni decisione anche sotto il profilo della governance, ha assicurato che non sarebbe «di ostacolo» a un matrimonio che «potrebbe essere nellinteresse dellItalia e delle due banche». A sostegno della propria tesi il top banker ha ricordato quanto accaduto nel gennaio 98 con la fusione tra la Cariplo e lAmbroveneto con il contestuale passo indietro «perché più giovane» a favore dellallora direttore generale Carlo Salvatori. Il ragionamento si è trasformato però in una frecciata perlomeno indiretta alle ambizioni dellad di Capitalia, Matteo Arpe (classe 1964, dieci anni di differenza con Passera) che ha respinto le avance.
Resta da verificare lorientamento di Geronzi ma Roma appare fredda. Come dimostra anche il mantenimento dello «scudo antiscalata» ottenuto rastrellando il 2,02% di Intesa quando era iniziata la speculazione sui due titoli. Da parte sua Bazoli è invece tornato a respingere le critiche sulla massiccia presenza del Crédit Agricole nel capitale (17,8%). La Banque verte rappresenta «un punto di forza» e ha «sempre assicurato lo sviluppo della banca», ha ribattuto il presidente di Intesa ricordando come i grandi soci abbiano «concordemente» appoggiato leventuale campagna acquisti del gruppo. Presupposto dello shopping è però il tono «amichevole» delle trattative che, se dovesse essere confermata la distanza da Capitalia, potrebbe indurre Intesa a rivalutare lasse con il Monte dei Paschi. Dopo aver rivendicato il coronamento del piano industriale al 2005 e confermato gli obiettivi al 2007 (20% il Roe stimato), Passera ha invece smentito la nascita di una holding dove convogliare le partecipazioni industriali.
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