Il pasticciaccio di Cacciari con i vaporetti riservati

Tra equivoci e fraintendimenti i veneziani e Cacciari si scambiano accuse e veleni. Il sindaco vede i traghetti riservati ai residenti navigare vuoti e chiede che vi vengano ammessi i turisti. Dal canto loro i veneziani interpretano la decisione come una retromarcia sul regolamento fissato dallo stesso sindaco. O meglio fissato dalla municipalizzata che gestisce i trasporti che, come tale, in ultima analisi, ha come referente il Comune e quindi il sindaco.
Fatto sta che in Laguna le polemiche si sono fatte roventi: i veneziani non volevano i «foresti», il sindaco giurava di aver fatto l’interesse della città, costretta a sopportare code di turisti mentre alcuni vaporetti viaggiavano in perdita perché vuoti. Insomma tanto rumore per nulla. È finita come si poteva prevedere: dietrofront a metà.

Al mattino Cacciari faceva salire i turisti sul vaporetto riservato e alle 13 li ammetteva sullo stesso vaporetto sì, ma solo a quelle fermate dove passavano anche i battelli ad ingresso libero sia per i veneziani sia per i «foresti». Un pasticciaccio brutto forse dovuto al sovraffollamento di una città che ospita anche la Mostra del Cinema. O no, Cacciari?

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