nostro inviato a Istanbul
Ha vinto la Ferrari sbagliata, quella di Felipe Massa, e i punti di distacco salgono ora a dodici. A Michael Schumacher non basterà più conquistare un Gp per affiancare Alonso. Così hanno vinto anche Briatore e lo spagnolo e persino il mass damper che la Renault non ha più. Ha perso la Ferrari che vince. Incredibile ma vero. E fa male.
Ringrazia Dio dal podio, paperino Massa, e ringrazia se stesso e anche i pasticciacci di Schumi. Forse ringrazia anche il testacoda di Vitantonio Liuzzi che al giro 13 ha parcheggiato la sua Toro Rosso in posizione non pericolosa ma molto di più, «et voilà», si è materializzata in pista la safety car. Con essa si sono materializzate anche tutte le paure ferrariste. Perché in quel momento Alonso, terzo, nulla poteva contro Felipe e Michael in vetta, perché in due giri di safety i distacchi sono stati annullati, perché tutti si sono fiondati al box per rifornire e Michael è stato costretto a fare come un pincopalla della domenica in fila alla pompa: ha aspettato. Più tardi, la Ferrari verrà pure criticata dai tifosi più accaniti per non aver lasciato in pista un giro in più il brasiliano. La soluzione avrebbe consegnato a Schumi vittoria certa e al brasiliano umiliazione certissima. Sul tema Schumacher dirà: «Invertire le posizioni? Si poteva, ma non sarebbe stato giusto... Felipe stava andando troppo bene e, comunque, non saprei dire, non posso giudicare una simile situazione».
Daltra parte, in quel momento cera ancora la speranza di far doppietta, sfruttando il secondo pit che, magari, avrebbe permesso a Michael di passare persino in testa. Ma il tedesco più importante dopo il Papa ha sbagliato. «Sì, è successo al giro 28 - ammetterà con grande, grandissima fatica, - e lì ho perso la mia corsa. Sono andato troppo largo alla curva otto e ci ho lasciato almeno quattro secondi». Il calcolo è più che semplice: Alonso ha concluso secondo proprio davanti al suo naso con neppure una macchina di vantaggio; senza il cadeau di quattro secondi non ci sarebbe stata storia. «Ovvio, sono deluso, mi dispiace, sono anche arrabbiato, adesso le cose si fanno più difficili, ma resto convinto di poter ancora vincere il mondiale: ci sono pur sempre quaranta punti ancora in palio e se ti chiami Schumacher non ti arrendi mai».
Buon per lui, perché in molti, nel paddock, cominciano ad avere seri dubbi al riguardo. In questo momento la Ferrari è decisamente la vettura più forte in pista eppure, qui come a Budapest, a mancare vistosamente è il tedesco. Qualcuno dice che sia bollito, qualcun altro che abbia troppi pensieri per la testa: per esempio, la ferale decisione sul suo futuro attesa per Monza. Qualcuno va anche oltre, offre la prova provata della bollitura del sette volte campione del mondo: «Ha detto ho sbagliato». Un po verità e un po battuta, però è vero: mai, in passato, Schumi avrebbe ammesso così apertamente un suo svarione. Ieri, dopo la confessione «urbi et orbi» ha infatti poi cercato di correggersi: «Però nel pit stop con la safety car mi avevano caricato più benzina per cambiare strategia e cercare di passare Alonso... con le gomme fredde e un maggior carico e Button che mi stava addosso ho dovuto spingere rovinando le gomme... - e ancora - la macchina non era perfetta come nei giorni precedenti». Il solito, vecchio Michael.
Fuori di sé per la gioia è invece Felipe Massa che a 25 anni incassa la prima vittoria, rafforza la propria posizione al terzo posto nel campionato e, soprattutto, in seno al team. Il prossimo anno, nel caso Schumi restasse a far coppia con Raikkonen, sarà dura privarsi di lui. Non sprizza gioia ma, più semplicemente gongola, Flavio Briatore: «Era fondamentale prendergli due punti e ce labbiamo fatta. È molto importante per il morale di tutti noi. Ora il campionato piloti è di nuovo riaperto a nostro favore, e a Monza completeremo lopera riaprendo quello costruttori... Abbiamo molte novità in arrivo». La Ferrari ha infatti due punti in meno. Prosegue: «Bello il duello fra Michael e Fernando negli ultimi 15 giri, però non ho mai temuto che Schumi potesse passarlo... e poi Alonso è stato davvero grande». Grande ma non proprio contento: «Ovvio, sono felice, ma resto preoccupato. Mi aspettavo di poter vincere, invece ho capito che, neppure in gara, lauto è competitiva come la Ferrari. Dobbiamo lavorare». Poi gli viene in mente qualcosa e scoppia ridere.
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