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Pato entra, segna e si fa male. Per il Milan vittoria stonata

I rossoneri vicini al quarto posto. Per il Papero distorsione seria. E Kalac salva il risultato

Pato entra, segna e si fa male. Per il Milan vittoria stonata

Firenze - Milan, dica 33. Il Milan ha una salute di ferro, come dimostrano i suoi punti in classifica (33 appunto) e la sua ultima, avvincente striscia in campionato: 5 vittorie e una sconfitta (a Bergamo) nelle ultime sei. Suo il secondo ballottaggio Champions, sgominata Firenze dopo aver sbancato Udine. Fuori casa, e sempre nel finale, orienta il risultato a suo favore con una accelerazione degna del miglior sprinter.

Protagonista, nel bene e nel male, il giovanissimo Pato al suo primo centro in trasferta. Decisiva la giocata elegante del brasiliano su Kroldrup per mettere al muro la Fiorentina fino a quel momento temuta e da temere, specie sulla negligenza di Nesta o sulle amnesie di Oddo. Peccato che nel finale, proprio Pato, per inseguire un contrasto inutile con Pasqual, si produca una distorsione alla caviglia sinistra che tiene in ansia tutto il Milan. Si capisce al volo che è una cosa seria e Ancelotti confermerà a fine partita: il ragazzo va in lacrime negli spogliatoi, viene trasportato in barella, si preparano i controlli radiografici per capire la gravità dell’accaduto. Di sicuro col Siena, tra una settimana, a San Siro, Ancelotti deve inventarsi l’attacco con Pato ko e Gilardino squalificato. Già ieri sera a Firenze, la fine della sfida, 10 minuti più o meno, deve difendere con le unghie e con i denti, in dieci (esauriti tutti e tre i cambi) contro undici e un numero industriale di terzini per via dell’acciacco toccato a Kakà e del durissimo ko patito invece da Pato.

Alla fine della sua prova, il Milan può esibire anche una traversa (colpita da Pasqual nel tentativo di liberare il pallonetto vincente di Gilardino) e un paio di buone chiusure di Frey sulle punture di Kakà in contropiede. È questa la sua arma e cerca di utilizzarla per lasciare il segno sulla pelle viva dei viola. La Fiorentina non se ne sta a guardare e anzi tiene i rivali sotto pressione per gran parte del primo tempo e nell’incomincio della seconda frazione. Gli manca la precisione dei giorni migliori di Mutu (suo un palo) e anche la partecipazione attiva di Pazzini alle trame di attacco. Quando arriva nella mischia anche Vieri, paradossalmente, la Fiorentina tradisce i maggiori problemi in attacco. Gioca solo con lunghi lanci e nei duelli in quota la contraerea rossonera se la cava abbastanza bene: Maldini e Kaladze tra gli altri. Per non tacere di Kalac che è un solido puntello di cemento armato nei momenti delicati della gara.

Appena la Fiorentina accusa l’insorgere della fatica, il Milan si fa sotto e decide di andare a vincere. Decisivo per cambiare marcia in tutti i sensi è il cambio deciso da Ancelotti a metà della frazione: via Seedorf, inconcludente, dentro Pato con quel carico di esplosività che mette subito soggezione nella difesa viola. In undici minuti si presenta al pubblico fiorentino e mostra parte del suo talento, della sua abilità Prima uno scatto bruciante, poi arriva di un amen in ritardo sul cross di Oddo, quindi chiude sui due centrali Kroldrup e Ujfalusi con una girata degna di un vero giocoliere.

Peccato per quell’incidente: mandiamogli un augurio al volo.

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