Pato ko, ecco Cassano e Seedorf Milan più forte della sfortuna

Milano Se ci fosse stato Silvio Berlusconi in tribuna avrebbe potuto ricordare il famoso motto di Vienna, maggio del '90 quando il Milan rivinse la coppa dei Campioni col Benfica dopo aver perso lo scudetto col Napoli (tocchino pure ferro i rossoneri!). Disse allora: «Più forti dell'ingiustizia, della sfortuna e dell'invidia». Ecco, ieri il suo Milan è stato sicuramente più forte della sfortuna, sfacciata. Che a un certo punto lo ha privato anche del suo attaccante più gettonato e indispensabile al momento. Senza Ibra, a mangiarsi le mani da qualche parte, senza neppure Pato frenato da un insulto muscolare (retro coscia destro), il Milan non si è fermato. Né si è piegato dalla disperazione di avere tre centravanti fuori uso (anche Inzaghi è out, meglio ricordarlo) e di dover ricorrere nell'occasione anche al giovane papà Antonio Cassano, dopo aver smarrito per strada Abbiati (a sostituirlo Amelia considerato una specie di porta-sfortuna, mai vinto con lui, tradizione sfatata ieri sera). È stato preso per mano da un fuoriclasse datato come Clarence Seedorf e poi dal talento straordinario di Cassano e condotto sulla sponda di un successo rotondo e meritato che ha fatto da eco alla caduta interista in quel di Parma. Il Milan ha meritato da cima a fondo e solo quando è uscito Pato, sul finire del primo tempo, ha tradito qualche dispetto. Seedorf ha messo la Samp subito in ginocchio con una punizione che è sembrata un colpo di pennello, Cassano su rigore (mani di Volta su colpo di testa di Yepes) e più avanti Robinho, lo sciagurato Robinho hanno messo al sicuro il successo. Al resto si penserà da domani mattina, quando sarà nota l'entità dell'infortunio toccato a Pato. La Samp è una squadra morta nella testa prima che nelle gambe.

Cavasin non è riuscito a rianimarla, meglio richiamare Di Carlo se vogliono salvare la ghirba. La squadra è rimasta rintanata nella sua metàcampo anche quando era sotto sul 3 a 0. Amelia, intervenuto dopo 19 minuti, ha preso un bel senza voto. Il dettaglio dice tutto.