Sport

Da Pato a Totti e Iaquinta Quando l’infortunio è arbitro

La fitta alla coscia di Pato ha fatto male anche ai milanisti. Come l’avessero sentita loro, ancor più del papero. Ora Pato è perso per la partita con la Roma, qualche speranza con il Manchester. Malanno meno grave di quanto poteva apparire, ma lo toglie di mezzo nella partita che può richiudere il campionato del Milan. L’Inter ha pensato di dare una mano allo spettacolo del torneo, fermandosi ad attendere, ma ora si è stufata ed ha ricominciato a correre. E le altre inseguono con l’affanno. E negli affanni mettiamoci anche la roulette degli infortuni. Mai come quest’anno l’infortunio è arbitro. D’accordo, per infortuni si intendono pure gli strafalcioni degli arbitri. Ma queste sono le banalità di chi parla di complotti ed affini. Chiedere alla Juve, se avrebbe preferito far a meno degli infortuni (arbitrali) che l’hanno agevolata o degli infortunati suoi che l’hanno abbandonata nei momenti decisivi.
Ecco, stavolta gli infortuni l’hanno fatta da padroni, decisivi anche in partite delicate e importanti. Spesso basta un risultato sbagliato per cambiare un equilibrio. Forse non è un caso che l’Inter, per bravura dei suoi preparatori e del suo staff medico, per un pizzico di buona sorte e per la decisiva integrità dei suoi giocatori, sia stata appena sfiorata dal problema. Un campionato si vince anche così. Ma quanto sia preoccupante e frastornante dover fare a meno di giocatori importanti, ce l’ha dimostrato la stessa Inter quando è rimasta senza Milito per due partite (con Rubin Kazan e Dinamo Kiev in Champions sono stati pareggi preoccupanti).
Oggi le assenze nerazzurre riguardano Chivu e Santon, ma Mourinho ha proceduto al meglio con eccellenti riserve. Non capita a tutti. Per esempio, torniamo al Milan: stagione difficile non solo per limiti oggettivi di squadra. Pato mancherà a Roma ed è mancato nel derby di ritorno, così come Nesta (sostituito da Favalli): derby perso 2-0 e addio al sogno di cambiar faccia al campionato. Situazione ancora peggiore con Zambrotta, assente dall’inizio di questo 2010: qualcosa conterà. Il Milan ha atteso Dida e Abbiati. Gattuso è stato fermo per un mese e mezzo. Seedorf c’è stato ad intermittenza. Bonera è appena rientrato. Leonardo ha chiesto Mancini per sentirsi meno scoperto, causa le frequenti fermate di Pato. L’Inter si è permessa Mariga, giusto per avere un centrocampista in più dopo essersi disfatta di Vieira. Bella differenza. Considerate le occasioni perse dal Milan (in campionato e coppa Italia) e vedrete che le assenze contano.
E che dire della Roma? Appena trovato un assetto da squadra d’assalto (all’Inter) ha perso i punti di riferimento. Totti in eterno dentro-fuori (non c’era nel precedente Milan-Roma 2-1 e nemmeno contro l’Inter 1-1), Toni acquistato per giocare (al momento) una partita e mezza. Pizarro fermo nelle ultime tre partite, come lo sarà con il Milan. I portieri in continua altalena. Importanti anche le assenze di Juan e Julio Baptista. Non c’è partita che possa dimostrare in assoluto la tesi. Ma è molto difficile credere che giocatori di qualità e talento non contino. Direte: e allora la Juve? Diego ha giocato sempre, ma guarda che disastri.
Vero, i due nuovi acquisti sono tra i sempre presenti. Ma c’è altro. Dalla passata stagione, a questa, sono cambiati tre tecnici e altrettanti preparatori, non il trend degli infortuni. Sempre in quantità industriale e a colpire giocatori importanti. Nessuno dice che Poulsen o Salihamidzic non siano da rimpiangere, ma contro Milan, Inter e Roma sarebbe meglio vedersela avendo al fianco Buffon (Juve-Milan 0-3) e Camoranesi, Sissoko e Iaquinta. Amauri si è fatto male adesso che aveva ricominciato a segnare. Trezeguet non c’era con il Milan e nemmeno in Juve-Inter. Marchisio ha mancato la sfida di coppa Italia con i nerazzurri. Chiellini e Sissoko sono stati assenti contro il Bayern Monaco: è finita 4-1 per i tedeschi e la Juve si è giocata mezza stagione. Sissoko si è fatto male il 30 ottobre, giusto per non perdere contro Napoli e Bordeaux: poteva servire.
Del Piero è tornato nell’anno nuovo, Iaquinta forse sarà convocato per sabato dopo una tra le più misteriose assenze: manca dal 17 ottobre. Dunque c’è da capire le parole di Zaccheroni. «Con la squadra al completo non ho paura di nessuno». Per la Juve sarebbe un passo verso l’ignoto.

E magari migliori figure.

Commenti