È ben diverso sentir imprecare un vecchio alpino mentre gioca a carte piuttosto che un prete durante la predica. Ecco, per il popolo di centrodestra vedere il governo, da lui votato, congegnare tasse sui risparmi e patrimoniali mascherate lascia attoniti quanto l’imprecazione sacerdotale.
Il punto non è tanto la protesta, che ci sarà sempre e con chiunque al governo, finché non si capirà una volta per tutte che sono finiti i tempi dei soldi gratis stampati a debito, bensì occorre capire da chi questa arrivi. Ovvio che se, per assurdo, domani si abolissero le Province, i «provinciali» scenderebbero in piazza ma nessun elettore del centrodestra si meraviglierebbe, dato che il provvedimento era nel programma elettorale.
La deriva «patrimonialista» è invece cominciata sulle pensioni per poi sbracare sui risparmi. Che significa bloccare le rivalutazioni per gli assegni oltre a una certa cifra? Se uno ha pagato tutti i contributi quei soldi sono «suoi» e nessun governo di centrodestra dovrebbe pensare di toccarli, sia che si parli di 500 euro che di un milione. Meglio ribadirlo perché pare si stia congegnando una toppa peggiore del buco. Viceversa se si fosse detto che si sarebbero bloccate le rivalutazioni delle pensioni molto superiori ai contributi effettivamente versati (praticamente tutte, rispetto a quanto accadrà agli attuali lavoratori, in prima fila però baby pensioni e vitalizi) sarebbe stato ben più difficile per i «colpiti» protestare.
Stesso risultato ma «ideologia» molto differente. Cosa significa il superbollo? Perché mai un ministro ha sentito il bisogno di dire che la soglia era stata alzata dai 170cv previsti inizialmente perché «altrimenti sarebbe stato colpito anche chi non lo meritava»? Ma se uno si è spaccato la schiena tutta la vita pagando le tasse fino all'ultimo per coronare il suo sogno di comprarsi una Ferrari «merita» di essere castigato al posto di chi magari è vissuto di espedienti, ha perso tutto al casinò e adesso ha una Panda? Mandando la finanza a casa di tutti i possessori di supercar per cercare evasori si sarebbe ottenuto gettito maggiore e nessuno avrebbe protestato.
Sui risparmi poi il tradimento dei principi liberisti risulta ancora più evidente. I risparmiatori ogni volta che sentivano Prodi o Bersani parlare con scandalo delle aliquote sui titoli avrebbero voluto dir loro in faccia che la «rendita» era solo quella dei loro vitalizi: i milioni di italiani che negli anni hanno aperto un conto titoli non percepiscono alcuna «rendita» ma tentano (di solito senza riuscirci) semplicemente di salvare il proprio capitale dall’inflazione, vera tassa occulta a favore degli Stati indebitati e in danno ai risparmiatori.
In molti hanno votato Pdl in avversione alle idee della sinistra e confidando nel principio, sempre ribadito, della tutela del risparmio. Proprio da questo governo devono vedersi arrivare rincari sproporzionati sui depositi titoli e aumenti delle aliquote sulle cedole? Queste sono patrimoniali senza ma e senza se, rafforzate dal raddoppio del prelievo «oltre una certa cifra». Ma che significa? Che, con i bolli proposti, sotto un certo livello conviene chiudere il conto (zero gettito) e sopra uno è «colpevole» di aver risparmiato tanto?
Se l’intento fosse quello di spostare tutto il risparmio sui conti di deposito lo si dica apertamente, motivando la norma che verrà valutata come un intervento di indirizzo.
Colpevolizzare la ricchezza, bastonando la povera formica a tutto vantaggio delle solite cicale è una «tara» del comunismo: in bocca alla Camusso è normale, fatto da un governo di centrodestra è scandalo.posta@claudioborghi.com
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