«Il patrimonio artistico e storico del Lazio merita più attenzione»

SOPRINTENDENTE «Penso a Caprarola, a Villa d’Este a Tivoli, bisogna rilanciarle»

Anna Imponente, già soprintendente al patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico (Psae) dell’Abruzzo, e soprintendente ad interim del Museo nazionale degli strumenti musicali di Roma, è da pochi giorni nuovo soprintendente Psae del Lazio. La Imponente, nativa di Ostuni, è stata nominata nel prestigioso incarico direttamente dal ministro dei beni culturali Sandro Bondi.
Come nuovo soprintendente del Lazio avrà il suo bel da fare. Come pensa di riuscire a valorizzare i beni artistici della regione?
«Il Lazio ha un grande patrimonio di musei da valorizzare. Penso a Caprarola, a Villa d’Este a Tivoli. Bisogna fare rivivere tutte queste strutture, promuoverle. L’anno prossimo, ad esempio, organizzeremo a Viterbo una mostra sulla pittura dei frati cappuccini. Sono tesori sconosciuti. Anche in Abruzzo, prima del sisma del 5 aprile, ero impegnata a lavorare d’intesa con gli enti locali per lanciare progetti di questo genere».
Di solito per questi interventi non ci sono grandi fondi, forse occorrerebbe coinvolgere di più i privati.
«Ma loro vengono se vedono che c’è già la partecipazione dei sindaci, dei comuni. Purtroppo ognuno tende a curare il suo orticello. Invece bisogna lavorare con grande respiro. Per temi. Che so, il circuito di tutte le abbazie benedettine».
A Roma, a piazza Santa Croce in Gerusalemme, si trova invece il Museo degli strumenti musicali. E’ notorio che lei ci tiene molto.
«E’ una collezione forse unica al mondo. Tremila pezzi, ottocento esposti, alcuni rarissimi. In questi 10 mesi da che sono soprintendente abbiamo lavorato tantissimo al restauro della facciata e dei porticati. Abbiamo fatto anche l’inventario degli strumenti. Alcuni giacevano semi-dimenticati in luoghi abbandonati. In questi ambienti così recuperati faremo un laboratorio didattico. Sarà un museo che non si limiterà a mostrare gli strumenti, ma darà la possibilità di sentirli suonare. Tutti conoscono il clavicembalo, ad esempio, ma si potranno sentire strumenti cinesi e simili».
Quali sono i pezzi pregiati del Museo?
«La maggior parte derivano dalla collezione privata di un cantante lirico, il tenore italiano Evan Gorga. Cito un pianoforte del 1722, il primo costruito dal padovano Bartolomeo Cristofori (inventore dello strumento, ndr). Poi la celebre Arpa Barberini (XVII secolo). Una tromba del 1461».
E in futuro?
«Abbiamo in cantiere delle mostre. La più importante sarà dedicata al futurismo nella musica. Il centenario del manifesto cade nel 2010, e nel museo ci sono molti strumenti di quel periodo».
Coinvolgerete il mondo della scuola? Il Comune di Roma?
«Mi piacerebbe attivare un rapporto diretto col ministro Maria Stella Gelmini, considerando che le scuole sono i maggiori fruitori del museo.

Con il sindaco Alemanno e l’assessore Croppi collaboriamo per la mostra. Ma siamo solo agli inizi. C’è un progetto per realizzare delle sale campione con vetrine nuove. Anche prima del 2010 si potrà vedere qualcosa di interessante».

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