Politica

Da Patrizia a Regina, arrivano le inchiestine

Dopo veline e letterine, ecco le miss che imperversano nelle indagini oltre che nel gossip

Roma - Esaurite le lagrime, non ci resta che la trepidante attesa. Entro l’estate uscirà il cd più conturbante della storia giudiziaria: «All you want», da distribuire presumibilmente in edicola, cellophanato assieme al faldone dell’inchiesta di Bari (edizioni Travaglio). Una tournée esclusiva nei conventi convenzionati presenterà poi la «trilogia del Marrazzo», a beneficio dei delusi dal solito tran-tran. E a furor di popolo tornerà anche il «Cacao Meravigliao», rivitalizzante in bustina monodose. Fantasie malate? Mica tanto. Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio, come nel primo film di Almodovar, sono una solida realtà. Vivono e lavorano (soprattutto lavorano) in mezzo a noi, esaltate dal circo Barnum dei media, e aspettano - anche loro - il momento di passare dall’altra parte della barricata. Non vedono l’ora di sfondare. Si chiamano Patrizia, Natalie, Regina, Francesca, Cinzia: cognomi superflui, per quanto sono celebri e celebrate. Ma per nulla decelebrate: salite sulle scale di una Procura, per anni discetteranno di morale e costumi dal pulpito tv. Sono il «lato B» della sete di gossip che inebria gli italiani, anche se il viso supersexy è l’ultima delle cose che mettono in mostra. Magari diventerà nuovo genere letterario, di sicuro è già sotto i nostri occhi il genere televisivo. Dopo veline, letterine (e -onze), schedine, cartoline, meteorine, cocuzzine, microfonine, ora imperversano le «inchiestine». Sanno fare poco o nulla - fattori pleonastici -, eppure sono intervistate, riverite, svestite. Calamitano audience. La loro carriera è cominciata con una «cantata» ai pm, ma in poche amano ricordare la gavetta. Prendete per esempio il sito di Patrizia D’Addario: alla voce «chi sono», leggerete che «già da bambina affronta, con estrema disinvoltura e determinazione, il palcoscenico...». È persino illusionista, grazie all’incontro con David Copperfield, e «dopo il grande successo internazionale, la costante presenza su tutti i mass media mondiale, è possibile richiedere la sua disponibilità...». Come escort? Macché: «... si esibirà in un numero di illusionismo». A volte sono sorprendenti, come la brasiliana Natalie che inguaiò Marrazzo, star di un a Porta a porta davanti all’affascinato Bruno Vespa. A volte riemergono dalla memoria, come la brasiliana Regina Profeta che avrebbe ingaggiato una tal Monica come «protezione civile» per l’instancabile Bertolaso. Qualcuna ha già svortato, come la Francesca Zenobi del caso Mele (festini a base di droga in alberghi romani); oppure come Raffaella Zardo, modella del primo «Vallettopoli». O Elisabetta Gregoraci, che ebbe una liaison con l’ex portavoce di Fini, Salvo Sottile. O Noemi Letizia, che salita agli onori delle cronache per le domande su «Papi», ha già ricevuto un premio come «migliore attrice in fieri» (sic) e presto farà Ballando sotto le stelle. Ma come non far scendere il sipario sulle signore più attempate? Un velo di tristezza si para davanti agli occhi nel ricordo di Stefania Ariosto, che nonostante le «cantate» ai pm non fece fortuna. O sulla proto-martire, Laura Sala ex Chiesa, cui si deve l’inizio di Tangentopoli. Carriere meno stellari e meno televisive, come quella che attende Cinzia Cracchi, che ha buttato giù dalla torre di Bologna il sindaco Delbono. Passerà alla storia soprattutto per una frase-cult: «Ho capito che la mia storia d’amore era finita quando lui mi ha ritirato il tesserino del bancomat».

Insuperabile filosofia, che muove il mondo.

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