Tormentata, ieratica e sensuale come si addice a una sacerdotessa del rock. Poetessa maudit e cantautrice che vive la musica come comunicazione tra il corpo e lanima, Patti Smith arriva domani allArena - allinterno della meritoria rassegna Milano Jazzin Festival - per lultima data del suo tour italiano. Nel pomeriggio, la ribelle e trasgressiva rocker riceverà a Palazzo Marino una targa-premio «per i suoi alti meriti artistici». Lontani, lontanissimi i plumbei anni Settanta in cui gli autonomi, a Firenze, la accolsero con sonori fischi, insulti e lanci di lattine. In effetti Patti Smith non è mai cambiata, mescolando nel furore delle sue ballate il respiro dellaristocrazia intellettuale newyorchese e il retrogusto idealistico della beat generation. Per lei il rock rimane «il libro delle verità scomode» in cui sincrociano il grande poeta William Blake e Bob Dylan, Allen Ginsberg e Andy Warhol, John Coltrane e Maria Callas. E naturalmente cè lei, il suo pensiero, la sua fisicità, le sue battaglie, la sua forza e la sua fragilità. Patti è tutto questo e molto altro che vien fuori pian piano soprattutto mentre la ascolti dal vivo. Lì ti ipnotizza col suo canto roco e strozzato, con la gestualità ora sobria ora sguaiata (ricordate i tempi in cui diceva di avere un orgasmo sul palco?), con la consapevolezza che il concerto per lei è «un momento di ricarica energetica».
È lei la ribelle che non sè mai sentita tale («Sono anticonformista ma non ribelle, ma in patria non sono stata mai capita. I miei atteggiamenti culturali sono sempre stati fraintesi: meglio così perché ho sempre bisogno di essere stimolata»). A proposito di stimoli, anche il concerto di domani è lennesima sfida; i suoi show non sono mai uguali luno allaltro perché coinvolgono il suo corpo, la sua mente, lestro del momento nel vivere latmosfera di una canzone. Per questo il suo ultimo album, Twelve - da cui nasce il canovaccio dello spettacolo - è una raccolta di celebri cover che acquistano nuova vita e nuovi sapori dopo la sua cura radicale. Basterà ascoltare il piglio con cui affronta la delicata Helpless di Neil Young, o come capovolge la durezza di Smells Like Teen Spirit dei Nirvana in un folk gotico con banjo e violino, o ancora si appropria di Gimme Shelter dei Rolling Stones o dellanima soul di Stevie Wonder in Pastime Paradise per proseguire con Beatles, Jefferson Airplane, Paul Simon.
Patti Smith
domani ore 21
Milano Jazzin Festival, Arena
ingresso: 10 euro
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.