da Roma
Tocca a Paolo Gentiloni della Margherita occupare la poltrona di presidente della Commissione di vigilanza Rai. Ruolo rimasto vacante dal quando il diessino Claudio Petruccioli è andato a ricoprire quello di presidente della Rai. Gentiloni è stato eletto allunanimità, 34 voti su 34. «Dare questa carica allopposizione è un elemento di garanzia in più per il sistema - commenta Gentiloni - apprezzo che la Casa delle libertà abbia confermato questa regola».
In mattinata era stato il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Elio Vito, ad annunciare che la Cdl aveva deciso di dare il via libera alla nomina di Gentiloni. Un nome gradito allUdc, un po meno ad Alleanza nazionale che ha «consentito» alla nomina, come spiega lesponente di An, Alessio Butti. «La sinistra ha imposto un ex senatore Ds alla presidenza della Rai e pretende ancora per sé la presidenza della Vigilanza sulla Rai - attacca Butti -. Da qui parte la nostra promessa: An vigilerà su Gentiloni per impedire alla sinistra di completare il progetto di occupazione militare dellazienda culturale e informativa più importante del paese».
Gentiloni dal canto suo promette di condurre i lavori della commissione «in maniera imparziale come spetta a ogni presidente» puntando soprattutto alla «qualità dei programmi del servizio pubblico» e al rispetto del pluralismo «garantendo parità di condizioni anche in vista della campagna elettorale». Al primo punto dellagenda del presidente lattesissimo programma di Adriano Celentano, Rockpolitik, che prima ancora di andare in onda ha suscitato polemiche e la minaccia di autosospensione da parte del direttore di Raiuno, Fabrizio del Noce, preoccupato per limpossibilità di esercitare «il diritto-dovere di controllo editoriale della rete visto che il contratto di Celentano è unanomalia assoluta per il servizio pubblico». La prima audizione sarà per i vertici dellazienda pubblica.
Questa nomina è un segnale importante sul quale lopposizione dovrebbe riflettere prima di dire che lattuale maggioranza «occupa» linformazione pubblica. A dirlo è il ministro delle Comunicazioni, Mario Landolfi di An.
«È la prima volta che un presidente della Rai e della Vigilanza siano dell'opposizione», dice Landolfi. Non era dunque così scontato che i parlamentari della maggioranza decidessero di votare per lesponente della Margherita, convalidando quella che da tempo è una prassi ma non una regola scritta, ovvero che il presidente della Vigilanza debba essere dellopposizione. Landolfi spiega che «nelle file della Cdl cè stato sicuramente un confronto sulla validità di questo schema. Alla fine ha prevalso il sì».
Intanto il Consiglio di Stato ha rimandato al 30 novembre la discussione sulla presunta incompatibilità di Alfredo Meocci con il ruolo di direttore generale.
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