Un patto Comune-writer: ecco dove potranno dipingere e non sporcare

Ve lo ricordate Letizia Moratti, quando all’inizio della sua «carriera», aveva imbracciato spugna e spazzolone per ripulire i muri della città dai graffiti? Bene, ora a un anno dal termine del suo mandato il sindaco ha deciso di invertire rotta e di mettere in mano bombolette e autorizzazioni a dipingere agli sterssi writer che cui fin dalla camapagna elettorale aveva dichiarato guerra. Quattro anni or sono. Il rapporto tra la pubblica amministrazione e il mondo degli artisti di strada è sempre stato conflittuale: da un lato graffitisti messi sul piedistallo ed esposti come novelli Basquiat nelle sale di Palazzo Reale e del Padiglione di arte contemporanea, dall’altro sorvegliati speciali 24 ore su 24 dalla task force antigraffiti fondata dal vicesindaco Riccardo de Corato.
Bene, ora il comune ha deciso di cam,biare startegia e di lanciare un messaggio chiaro al mondo della street art: distinguere tra vandali e artisti, cui affidare una decina di muri e tanto di bombolette. L’assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer flory, in collaborazione con Amsa e con Giaella Borioli, fondatrice del Superstudio ha organizzato una vera e propria mostra a cielo aperto: ha mandato le lettere di invito a 10 graffitisti, cinque milanesi e altrettanti «stranieri» che conoscano bene la città o vi abbiano lavorato. Poi ha disegnato una mappa ideale della città alla ricerca di muri brutti, uno per le nove zone della città. Gli artisti di strada saranno quindi chiamati a interpretare il tema «la città che sale». «Gli artisti saranno liberi di interpretare la nostra città, i cambiamenti cui sta andando incontro - spiega l’assessore - per questo sono state scelte aree in trasformazione come Lambrate, Bicocca, Mecenate, e, più in centro, zona Tortona e la Fabbrica del Vapore di via Procaccini». Duplice l’obiettivo dell’operazione: trasformare Milano in un vero e proprio museo a cielo aperto - i lavori saranno contrassegnati da una targhetta del Comune che indicherà l’autore e la data di realizzazione dell’opera - e pubblicare un catalogo, a cura dello stesso assessorato alla cultura, per raccontare chi sono questi artisti.
Ecco allora che la chiave di volta del New Deal di Palazzo Marino, annunciata dal sindaco, si gioca sul passaggio da street art, che nella vulgata, si traduce in scarabocchi e atti di vandalismo che poco hanno a che vedere con l’arte di Basquiat e di Kaith Haring, ad arte pubblica. Non è un caso che le opere verranno realizzate su muri di dimensioni piuttosto notevoli, tra giugno e settembre: «È il periodo in cui i milanesi e turisti sono in giro e passeggiano per la città. Noi vogliamo che l’operazione - spiega ancora l’assessore Finazzer Flory - sia di impatto e sia visbile dal maggior numeor possibile di persone, un’affermazione legale di colori sul girgione della città. La creatività non sempre è legata all’illegalità: se gli street artisti dimostranno di avere rispetto per le istituizoni allora d’ora in poi sapranno che in Comune c’è spazio per loro».
Writer di tutta Milano, attenzione: quello che partirà a giugno è solo il primo di una serie di progetti di arte pubblica, tanto che Palazzo Marino sta anche cercando una serie di spazi industriali da convertire in veri e propri laboratori creativi. Timore che questo progetto possa essere frainteso e diventare una sorta di alibi per vandali e ragazzini con la voglia di porvare il brivido dell’illegalità? «No, da liberale - spiega finezzer - ho smepre sostenuto che la proprietà privata debba essere assolutamente protetta, mentre siamo disponibili a concedere spazi pubblici a chi se lo merita, ovvero a chi è artisticamente all’altezza, è bravo e ha talento. Magari ci fossero tanti Basquiat al servizio del Comune».
Letizia Moratti sembra intenzionata a risolvere una volta per tutte l’eterno conflitto con il mondo degli artisti di strada, tanto da aver lanciato un vero e proprio patto con i graffitisti. Peccato che il mondo dei writer non sia sempre in grado di cogliere le vere opportunità che gli vengono offerte: il sottopasso Lunigiana Brianza, vincolato dalla Soprintendenza e attualmente in fase di restauro, è stato orrendamente vandalizzato.

Mentre i lavori di recupero riportavano alla luce un rivestimento in stucco marmorino degli anni Venti, qualcuno ha approfittato dei ponteggi per rovinare un lavoro costato all’amministrazione 500mila euro. l’assessorter ai lavori pubblciic bruno simini ha chiesto l’installazione di telecamere per dissuadere i wirter a a’pprofittare di pareti appena ripluite - con i soldi dei cittadini - per esibirsi in altre bravate.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica