Patto con il Diavolo Ibra: «Quest’anno il Milan vincerà tutto»

Al debutto la tessera del tifoso ha vinto la sua partita, con un bel punteggio a Milano e Firenze, di misura su altri campi. I possessori hanno varcato i cancelli senza perdite di tempo al contrario di coloro che non ne erano in possesso (o meglio non l’hanno voluta) e sono stati sottoposti a perquisizione da parte degli steward. In pratica funziona come il telepass in autostrada. È la fotografia di ciò che s’è verificato nell’ultimo week-end all’ingresso degli stadi. La protesta annunciata e minacciata s’è stemperata in modo incruento dopo l’assalto al comizio del ministro Maroni che poteva finire in tragedia: 44 i denunciati con tanto di daspo. C’è stato un po’ di fermento solo all’Olimpico di Roma dove i contestatori di turno, accampatisi fino all’intervallo sotto la curva sud, hanno accesso fumogeni e ingiuriato Maroni. Niente di più, per fortuna.
A Roma e Palermo gli ultrà sono entrati a partita iniziata, quelli giallorossi addirittura alla fine del primo tempo. A Bari sono rimasti in silenzio per una ventina di minuti. In alcuni impianti i tifosi delle squadre in trasferta, privi di tessera e quindi impossibilitati a vedere la partita nei posti loro riservati, hanno acquistato i biglietti di altri settori finendo a contatto con i tifosi locali. A Crotone, dove era di scena il Padova, non è successo nulla. Ad Ascoli il contatto ravvicinato con i sostenitori del Modena ha costretto le Forze dell’Ordine a dividere gli schieramenti dopo qualche scontro di troppo. A Milano e Firenze il rapporto vincente fra dirigenti e tifosi ha dato ragione a chi usa il cervello. Isole felici sotto ogni aspetto.
E allora, vi domanderete, a cosa serve questa benedetta tessera voluta dal ministero degli interni? È indispensabile per sottoscrivere un abbonamento, seguire la propria squadra fuori casa nel settore dedicato agli ospiti e vedere le partite giudicate a rischio. Chi non ce l’ha può ugualmente acquistare i biglietti di altri settori in tutte le gare ad eccezione di quelle ad accesso limitato. La tessera del tifoso, al di là dell’obbiettivo di fidelizzare i tifosi con tutta una serie di iniziative commerciali, rappresenta un male necessario per limitare la presenza di chi ritiene il calcio una specie di porto franco. Dove tutto è permesso.


Sul piano filosofico qualsiasi tipo di schedatura, che di schedatura si tratta in questa fase, è da condannare perché limita la libertà personale. Ma in Italia dove la violenza negli stadi non porta al carcere come in Inghilterra e Germania, qualcosa bisogna pur fare per tutelare chi va alla partita senza doppi fini.

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