Patto sociale, modello innovativo per Fincantieri

Patto sociale, modello innovativo per Fincantieri

Credo che anche un impegno da parte della giunta ligure ad adottare tutte le politiche necessarie, al fine di un ricomponimento della pericolosa frattura creatasi fra le sigle sindacali, che non prescinda dalla posizione innovativa e di grande responsabilità per il futuro, avviata con l’accordo di Pomigliano e che potrebbe essere validamente adottata anche negli stabilimenti liguri di Fincantieri di Sestri Ponente, di Riva Trigoso e del Muggiano alla Spezia, possa costituire un forte segnale ed un valido contributo. A questo proposito trovo assolutamente interessanti le prospettive indicate dall’amministratore delegato dell’azienda Giuseppe Bono e i commenti successivi al proposito di Massimiliano Lussana sul Giornale.
Mi aspetto, per un problema oggettivo così delicato, un dibattito serio, intellettualmente onesto, scevro da pregiudizi, che, mettendo da parte posizioni meramente ideologiche e preconcette, possa dare un apporto costruttivo importante, anche nell’interesse del futuro dello stesso territorio ligure. Il tema della carenza di competitività, di una produttività che oramai si misura a livello globale, è un problema oggettivo. Oggi il confronto con gli altri paesi è sotto gli occhi di tutti.
Non si può più prescindere da una posizione innovativa, di grande lungimiranza e responsabilità per il futuro sia economico che occupazionale del Paese. Peraltro, le questioni al centro dell’acceso dibattito sono da tempo applicate normalmente in molti contratti nazionali di lavoro in altri settori produttivi, dove si è potuto definire una diversa distribuzione dell’orario anche con l’intesa della Filcem-Cgil o della Fiom-Cgil, senza, oltretutto, che si arrivasse alle criticità della situazione attuale.

E’ indubbio, peraltro, che, mai come in questo particolare momento economico, solo un atteggiamento improntato ad una forte collaborazione tra parti sociali sia l’unica via perseguibile per mantenere e potenziare il nostro assetto industriale, che non può prescindere da tutti gli sforzi necessari per il mantenimento della presenza in Italia dei grandi impianti ad alto contenuto tecnologico.
*consigliere regionale Pdl

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