Patto sulla sicurezza, oggi la firma: i campi rom fuori città

Campi nomadi fuori dalla capitale, divieto di prostituirsi in strada, pene più severe per i writers e maggiori sanzioni per il commercio abusivo: questi i punti cardine sui quale si fonda il «patto sulla sicurezza» che verrà firmato oggi tra il ministro Giuliano Amato e il sindaco Walter Veltroni.
Una firma importante quella che verrà effettuata in prefettura alla quale saranno presenti anche il capo della polizia Gianni De Gennaro, il comandante generale dell’arma dei carabinieri Gianfrancesco Siatzu, il comandante generale della guardia di finanza Roberto Speciale, il presidente della regione Lazio, Piero Marrazzo e quello della provincia Enrico Gasbarra. L’accordo era stato sollecitato con la richiesta al ministro Amato di risorse e interventi legislativi mirati e già si fa riferimento all’arrivo nella capitale di poteri straordinari per l’individuazione di nuove aree dove insediare i campi nomadi.
Elementi in comune tra il patto di Roma e quello di Milano, che verrà siglato in simultanea, dovrebbero essere gli agenti speciali a cui sarà destinata la sicurezza dei nuovi campi nomadi. Il piano ha fatto «incassare» il plauso della destra che rivendica come propri i punti principali del problema sicurezza a Roma. E il primo a giudicare il documento «positivo» è stato pochi giorni fa il presidente della federazione romana di An, Gianni Alemanno.
Secondo Alemanno per affrontare questa emergenza il sindaco non può non copiare in parte le proposte di An illustrate nel convegno «Nessun futuro senza Sicurezza» che si è svolto il 14 aprile con il presidente Fini, in cui venne chiesto un intervento massiccio del governo con un decreto legge che introducesse sia finanziamenti per i patti metropolitani per la sicurezza, sia nuove norme penali per combattere la diffusione delle zone franche sottratte alla legalità delle istituzioni.

Una «becera propaganda», è stato invece il commento del segretario del Prc di Roma, Massimiliano Smeriglio, su vari aspetti del cosiddetto «patto della legalità», e che vede come cardini i concetti di «decoro e sicurezza» con interventi che prevedono in primo luogo lo spostamento dei campi rom, con la cancellazione anche delle baraccopoli abusive.

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