Paulson: la crisi del mattone rischio maggiore per gli Usa

Per il Fmi ancora mesi per sciogliere nodo dei subprime

Paulson: la crisi del mattone rischio maggiore per gli Usa

da Milano

«La crisi è forse finita», aveva sentenziato la scorsa settimana l’ex numero uno della Fed, Alan Greenspan, provocando un’ondata di euforia sui mercati. Ma pochi giorni di distanza da quell’intervento, le Borse sembrano di nuovo in preda alle incertezze sull’evoluzione del quadro congiunturale. E certo non trovano conforto nello scenario economico poco ottimistico tracciato ieri dal segretario Usa al Tesoro, Henry Paulson, che fa il paio con le preoccupazioni espresse lunedì sera dal presidente della Fed, Ben Bernanke.
Paulson è in una posizione privilegiata per valutare lo stato di salute economico dell’America e le ripercussioni derivanti dalla crisi del credito, al punto da aver fortemente voluto la creazione del super fondo da 80 miliardi di dollari che vedrà impegnate in prima battuta colossi bancari come Citigroup, JP Morgan e Bank of America. L’iniziativa ha sollevato più di un dubbio sulle finalità, costringendo ieri la Casa Bianca a scendere in campo per precisare che non si tratta «di una ciambella di salvataggio» per Wall Street. «Lo sforzo di Paulson - ha aggiunto il portavoce di Bush - e dello staff del Tesoro per aiutare le banche è appropriato. Non ci sono finanziamenti pubblici in ballo».
L’idea di un paracadute teso a stabilizzare le condizioni dei mercati nasce però proprio dalla constatazione, espressa dallo stesso Paulson, che la crisi immobiliare «rappresenta il maggior pericolo per la nostra economia. Tanto più a lungo i prezzi delle case restano stagnanti o scendono, tanto maggiore sarà la penalizzazione delle nostra crescita futura». Il riassorbimento della correzione procede del resto in modo più lento rispetto a quanto era sembrato alla fine dello scorso anno. Ne sono la prova le aperture di nuovi cantieri, in continuo calo, anche se il dato più inquietante è legato all’estendersi dei problemi anche ai mutui prime, quelli concessi alla clientela potenzialmente più affidabile. «Ci sono circa due milioni di mutui a tasso variabile - ha ricordato Paulson - che subiranno nei prossimi 18 mesi il primo aggiustamento in assoluto dei tassi, ed è in aumento costante il numero di mancati ripagamenti dei mutui tradizionali». Richiamata la necessità di mettere sotto esame «la trasparenza e i conflitti di interesse» delle agenzie di rating, Paulson ha chiesto che governo e settore finanziario forniscano aiuto a quanti stanno cercando di rifinanziare i propri mutui.


L’analisi del Tesoro Usa trova sponda nelle valutazioni di Jaime Caruana, direttore dei mercati dei capitali del Fmi, secondo cui prima di arrivare a un assestamento dei mercati si deve pensare «più in termini di settimane e mesi che di giorni. Ovviamente il Fmi spinge per una più rapida soluzione delle crisi, puntando in particolare sulla necessità di maggior trasparenza da parte degli istituti di credito e finanziari».

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