Che la medicina possa farvi ammalare, anziché curarvi, è notizia conosciuta fin dai tempi di Ippocrate. Che il vostro medico voglia però uccidervi - con gusto, soddisfazione e la volonterosa acribia di un serial killer - per fortuna è frangente raro nella realtà ma, sempre per fortuna, un po più diffuso nella letteratura. La quale non si è mai fatta scrupolo di prendere un dottore e strapazzarlo a dovere, cacciandolo nelle situazioni più difficili e persino più vergognose, macchiandogli il bianco camice con qualche debolezza o perversione di troppo, se non direttamente con sangue umano (altrui, of course). Regalando così al lettore quegli anticorpi spirituali necessari, oggi, a non genuflettersi davanti al primo Dr. House di turno. Ricordate Ragin, il medico della Corsia n. 6 di Cechov, finito pazzo tra i suoi pazienti?
In libreria, dunque! Nel reparto oggi più frequentato, quello dei medical thriller, ce nè per tutti i gusti: il maestro del genere è Robin Cook, pubblicato in Italia da Sperling & Kupfer. In Crisi mortale il suo protagonista di sempre, il patologo Jack Stapleton, deve togliere dai guai il collega Craig, che crede innocente: ma sarà come guardare in uno specchio tutti gli errori e gli orrori della medicina. Poi cè Michael Crichton: quello di Jurassic Park e Rivelazioni, ma anche lideatore della serie televisiva E.R. Medici in prima linea, la capostipite di tutto il fervore scatenatosi intorno alla verga di Esculapio. Nel suo ultimo Next (Garzanti) ci racconta di come qualcuno - guardacaso, un medico? - abbia già messo le mani sul 20 per cento dei nostri geni.
Paura in corsia, da Cechov a Crichton
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