(...) è stato ucciso con una coltellata inferta dietro il collo. Ma le ferite sono molte di più: alla bocca, al petto, in testa. Ora gli inquirenti seguono tutte le ipotesi, prima quella delle rapina finita male. La vittima era molto conosciuta in via Rolando dove abitava da solo al terzo piano di una palazzina moderna, con tanti negozi vicini. Tutti, in zona, ricordano la vittima come «l'ex titolare della polleria» di via Rolando a Sampierdarena. La stessa via dove ieri è scoppiato il terrore. Un terrore stampato nei volti dei conoscenti e di quanti lo frequentavano. Ma anche tanta paura, quella che non ti lascia respirare e che fa esplodere la rabbia: «Non ci stancheremo mai di dirlo, ma noi qui viviamo con l'incubo di essere scippati e malmenati quotidianamente. Lo abbiamo detto, ripetuto, urlato. Abbiamo organizzato proteste di quartiere, ma nessuno ci ha ascoltato. Forse ora che ci è scappato il morto, qualcuno dalle loro belle poltrone di Comune, Provincia e Regione, si accorgerà di quello che sta accadendo», dicono alcune persone ferme in strada a guardare verso il portone invaso dai poliziotti.
A parlare sono alcuni vicini della vittima che non lesinano critiche alle istituzioni e chiedono disperatamente aiuto: «Perché non si può e non si deve morire così», aggiungono. Infatti da una prima ricostruzione si tratterebbe di un omicidio dopo una rapina: l'uomo - che secondo il medico legale è stato ucciso la notte del 9 aprile - è stato trovato in pigiama sul letto, con un cuscino al volto e varie ferite alla gola e nella parte superiore del collo; accanto a lui un portafogli aperto e svuotato.
A trovare l'anziano uomo è stato il figlio. Anche lui titolare di una polleria, a Prà, ha subito capito che all'anziano padre era successo qualcosa, dopo averlo chiamato con insistenza sul telefono di casa e sul cellulare. Lo squillare a vuoto ha scatenato l'ansia del figlio. Sospetti confermati perché intorno alle 14.30 l'uomo ha trovato l'anziano padre morto. E i vicini di casa sono i primi a interrogarsi come sia potuto accadere, ma sono anche fortemente stupiti dei tanti poliziotti e delle volanti ferme davanti al civico 32: «Bisognava pensarci prima e non aspettare che qualcuno morisse - spiega preoccupata la signora Tina che abita nell'attico dello stabile -. Gran parte delle persone che abitano nel quartiere sono persone sole e anziane, i giovani sono emigrati in altre zone della città e questo fa paura. Non c'è controllo, non c'è vigilanza. Qualche autorità si vede soltanto per fare propaganda elettorale e poi lasciano tutto invariato».
La gente qui proprio non ci sta.
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