La paura fa 18.30: il derby anticipa

La paura anticipa il derby. Dopo una giornata di trattative con la Lega calcio e con Sky, il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro ha deciso che Lazio-Roma si giocherà alle 18,30 di domenica prossima, invece che alle 20,45. Un orario al quale si è arrivato dopo aver vagliato l’ipotesi delle 18,00 e delle 18,40 e che, secondo il prefetto, dovrebbe prevedere una «migliore attuazione del dispositivo di sicurezza». Le due squadre non hanno avuto nulla da obiettare all’anticipo del posticipo, mettendosi sin dalla mattina di ieri a disposizione delle autorità. Non altrettanto serafico Paolo Cento, presidente del Roma Club Montecitorio: «Segnaliamo ancora una volta che i tifosi vengono trattati come cittadini di serie B a cui non è neanche dato modo di programmare per tempo l’orario di svolgimento di una partita di calcio. Rimaniamo convinti che Roma capitale di Italia è in grado di gestire serenamente e correttamente un derby come qualsiasi altro avvenimento di massa in qualsiasi ora del giorno e della notte».
Una teoria che evidentemente non è condivisa dal prefetto. Anche perché nelle tifoserie delle due squadre il clima è da quiete che precede la tempesta. In particolare tra i giallorossi, frastornati dal fresco primato in classifica e resi più timidi dal fatto di giocare in traferta, regna una sorta di silenzio stampa che sa tanto di scaramanzia. Tra i tifosi biancocelesti, invece una volta raggiunta una certa tranquillità in classifica grazie a cinque risultati utili consecutivi, cresce la voglia di togliersi qualche sfizio, facendo inciampare i cugini che sognano. Un clima di sana rivalità che però domenica potrebbe sfociare in provocazioni e incidenti. Una sola circostanza potrebbe allungare la miccia: un’eventuale risultato positivo della Juventus venerdì a Milano contro l’Inter. In quel caso la Roma anche perdendo resterebbe comunque avanti ai nerazzurri (nei confronti dei quali ha il vantaggio in caso di parità degli scontri diretti), e ciò depotenzierebbe un po’ la stracittadina, tranquillizzando i tifosi giallorossi e al contempo togliendo un po’ di verve ai biancoceleste.
Ma il derby numero 134 in campionato (a proposito: la Roma è in vantaggio per 45 vittorie a 34, con ben 54 pareggi) è di sicuro tra i più attesi degli ultimi anni. Il primo dopo nove anni con una delle due squadre in testa al campionato: l’ultimo il 28 aprile 2001 con la Roma avanti (e la Lazio terza). Finì 2-2 con i giallorossi avanti di due gol (Batistuta e Delvecchio) recuperati da Nedved e da una fiondata di Castroman all’ultimo secondo. La Roma si sarebbe consolata meno di due mesi dopo con il terzo titolo. Poi tante sfide ad alta tensione, dallo psicodramma del 21 marzo 2004 quando i tifosi riuscirono a far sospendere la partita perché si era sparsa la falsa notizia di un bambino morto, a quello squallido del 15 maggio 2005, quando due squadre terrorizzate dal timore di retrocedere si divisero la posta nel più orribile degli 0-0. Ma quello di domenica prossima è sicuramente il derby con la posta in palio più alta degli ultimi anni. E nessuna precauzione è di troppo, almeno secondo il prefetto.
All’Olimpico domenica prossima ci sarà il quasi-tutto esaurito: quasi 30mila i biglietti venduti, che si sommano ai 26.500 abbonati biancocelesti. A disposizione ancora pochi tagliandi dei settori più costosi (tribuna Montemario, tribuna d’onore, centrale, tribuna Tevere e Tevere top). Per l’occasione il prefetto ha anche disposto l’incedibilità degli abbonamenti.
Tanti i tifosi vip sugli spalti.

Tra di loro non ci sarà Gigi Proietti, romanista doc, che però rifiuta ogni pronostico: «Gli attori sono le persone più scaramantiche del mondo - dice - quindi resto in silenzio stampa per evitare di andare contro la scaramanzia. Proprio non posso, per carità, io non sono un tecnico ma solo un onestissimo tifoso e mi appello al dogma della scaramanzia. Anzi, mi rifaccio a un adagio molto di moda adesso: “Non succede, ma si succede...”».

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