Paura meningite, ospedali presi d’assalto

In Brianza resta alta la preoccupazione della gente che corre al pronto soccorso al minimo dubbio

L’assessore regionale alla sanità Luciano Bresciani, è sostanzialmente contrario affinché si proceda ad una vaccinazione di massa contro la meningite. E certifica: «Serve solo quando esiste un rischio specifico». Il responsabile del centro malattie infettive dell’università di Milano sostiene che il vaccino sarebbe opportuno, ma del problema si deve interessare il Ministero competente.
Netta la posizione del dottore che collabora con la federazione Comilva, che coordina i movimenti italiani per la libertà delle vaccinazioni. Dunque, anche quella contro la meningite. Opinioni, pareri, proposte: la comunità scientifica è divisa. Le convinzioni, le idee, i giudizi sono notevolmente contrastanti. Eppure, in Brianza, dove venerdì scorso il virus sepsimenincoccica, la malattia, che infetta il sangue, in meno di dieci ore ha stroncato la vita ad un giovane studente di 19 anni, sta suscitando allarme. La gente è preoccupata, angosciata. Parecchi sono assillati dal dubbio. Qualche linea di febbre segnalata dalla colonnina del termometro rappresenta un motivo più che sufficiente per correre al pronto soccorso. La notizia della morte del giovane universitario si è diffusa sabato mattina. Da quel momento si è scatenato il panico. Diffusi segnali d’insofferenza.
«Da noi - racconta un medico della struttura ospedaliera di Desio - in una sola giornata, sono arrivate una cinquantina di persone. Purtroppo, tantissime persone, sono a letto con l’influenza e solo un innalzamento della temperatura corporea desta allarme. Invece di chiamare il dottore di base si sono presentati a farsi visitare dai colleghi del pronto soccorso. Non basta. Il centralino telefonico dell’ospedale è squillato in continuazione e la situazione si è protratta anche domenica e non si è ancora stabilizzata. Tutti vogliono avere informazioni. Sapere come comportarsi».
Stessa ressa all’ospedale di Carate Brianza, proprio dove Fabrizio Cesana, la vittima, era stato ricoverato e la sua giovanissima vita è stata stroncata. Il pronto soccorso intasato, i centralinisti incollati al ricevitore del telefono per cercare di tranquillizzare. In ogni caso la paura è tanta. Sia a Desio, sia a Carate, hanno fatto e distribuito centinaia di fotocopie con i numeri di telefono dell’Azienda sanitaria locale, distretto di Seregno e di quello della guardia medica. I giovani, nei locali pubblici cercano di evitare qualsiasi contatto. Sono terrorizzati: la morte del ragazzo li ha sconvolti. «L’altra sera - spiega Alessia - ho chiesto al barista una coca cola, ma l’ho invitato a servirmela in un bicchiere di plastica. Forse ho esagerato. In ogni caso, davvero non mi sento tranquilla». Ieri, alle 15.30, nella basilica San Giuseppe di Seregno, si sono svolti i funerali del giovane alla presenza di un migliaio di persone. Sempre ieri è stata depositata alla procura di Monza la relazione dei carabinieri sul caso.

Nella relazione, 4-5 pagine compresi gli allegati, si spiega che dall’accertamento effettuato dai medici dell’ospedale il giovane è deceduto per «sepsi da meningococco senza interessamento encefalico». Dalla procura comunque fanno sapere che per ora non sono emerse responsabilità di carattere penale e dunque al momento nessuna decisione è stata presa circa l’eventuale apertura di un’inchiesta.

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