Paura radioattiva, centinaia di chiamate

da Londra

Mentre la polizia continua a indagare sulla morte di Alexander Litvinenko, a Londra si è diffuso il panico per il rischio contaminazione da polonio 210, la sostanza radioattiva usata per uccidere l’ex spia russa. Al numero verde istituito dal Servizio sanitario nazionale sono arrivate oltre trecento telefonate di cittadini che avrebbero frequentato gli stessi locali in cui Litvinenko andò il giorno in cui fu avvelenato, il primo novembre. L’ex agente del Kgb aveva pranzato al sushi bar Itsu di Piccadilly insieme con Mario Scaramella, consulente della commissione Mitrokhin, e poi era stato al Pine Bar dell’hotel Millennium, a Grosvenor Square, per bere un tè con l’amico Andrei Lugovoy. In entrambi i locali, così come a casa della vittima, sono state trovate tracce di radiazioni. Secondo una portavoce del ministero della Salute, il governo non ha ancora ricevuto «una cifra di quanti siano rimasti coinvolti». Finora, è stato assicurato, nessuno ha denunciato sintomi simili a quelli che ebbe Litvinenko dopo la contaminazione. Il ministro dell’Interno britannico John Reid ha assicurato che il governo sta facendo il possibile per tenere informati i cittadini. A tutti i clienti o dipendenti dei due locali viene chiesto di compilare un questionario e sottoporsi a un esame delle urine.
Per Londra è stata un’altra lunga giornata tra indagini e ricerche sul mercato nero dei materiali radioattivi, provenienti dalla Russia: il timore è che quantità significative di polonio 210 siano state sottratte dai depositi nucleari dell’ex Urss. L’uccisione di Litvinenko era «un’operazione organizzata» che «porta il marchio di un’agenzia di intelligence straniera»: su questo non sembra nutrire dubbi una fonte dell'Aiea - l'Agenzia internazionale per l'energia atomica.

Secondo l’esperto, la capacità di ottenere il polonio 210 e la conoscenza necessaria per usarla e per uccidere, significa che l’attacco non poteva essere effettuato «da un unico assassino». Il possibile coinvolgimento di un’agenzia straniera è ora al vaglio degli 007 britannici, entro e fuori i confini del Regno.

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