Cultura e Spettacoli

Pausini: ecco il mio pop preferito Vorrei presentare Sanremo

Nel cd «Io canto» reinterpreta i classici e duetta anche con Hallyday. «A gennaio uno show su Mediaset»

Paolo Giordano

da Milano

Ma insomma, è difficile fermarla. C’è un lampo di gioia nei suoi occhi scuri, che si infiammano come braci, e poi lei parla e parla del nuovo ciddì Io canto, che è il dizionario delle sue passioni musicali, da Antonacci a Zucchero, da Baglioni a Zero, cantate come si farebbe davanti a un maestro, cioè «senza paura e con il sole, con il coraggio di chi vuole» (da In una stanza quasi rosa). Sul divano di casa, Laura Pausini fa in tempo a partire dal suo passato per dire che «sono stati i ricordi a guidarmi nella scelta, perché i sedici brani, a parte Il mio canto libero di Battisti che è stata cantata prima che nascessi, sono la mia colonna sonora sin da quand’ero piccola». Ma poi si tiene l’entusiasmo da bambina e torna a sguazzare nel presente o nelle cose che verranno, gli incontri, la tivù, i concerti, mentre la luce filtra timida dalle tende dell’attico.
Però Laura Pausini non ha mica scomodato canzoni dimenticate. È tutta musica di ieri.
«All’inizio la lista era lunghissima, 152 brani. Poi abbiamo scremato. Ma uno, E non è di Niccolò Fabi, non ha potuto entrare nella scaletta del cd ed è quindi disponibile solo sul web. Mi è anche piaciuto da matti chiamare i cantanti per dirglielo. Pronto ciao Cocciante, mi piacerebbe fare Io canto».
Sarebbe stato bello anche ascoltare le risposte.
«Be’, lui non era molto d’accordo e mi ha suggerito altri titoli, però io sono molto legata a quel brano. Però la scena con Renato Zero è stata più bella. Ci siamo incontrati a Parigi nel giorno del suo compleanno, gli ho fatto ascoltare Nei giardini che nessuno sa come l’avevo cantata io e lui, che si era appena comprato un enorme paio di cuffie argentate, era felicissimo. Mi diceva “a nì, è bella”».
Però tra i suoi autori preferiti non c’è neanche una donna.
«Me l’hanno già detto, ma non ci ho fatto caso. Però ho appena comprato un sacco di cd di Mina e mi sono innamorata della voce di Etta James».
E neppure un brano di Ligabue.
«All’inizio sì: avevo scelto Ho messo via. Ma poi è saltata perché comunque non l’ho mai ascoltato molto, anche se è meglio di tanti rockettari che vengono dall’estero. E ora, se ascolto il suo duetto con Elisa, mi viene l’ansia. Peccato».
Lei era a Parigi per cantare con Johnny Hallyday?
«Abbiamo anche duettato dal vivo a Bercy nel brano La loi du silence. Sul disco canta Come il sole all’improvviso di Zucchero e gli piace proprio l’italiano, mi ha raccontato molti ricordi di quando cantava nella nostra lingua. E sta a vedere che lo rifarà presto».
Magari potrebbe essere anche il suo ospite in tv. Si dice di uno show imminente.
«Stavolta ho accettato di fare un programma tivù da sola, nel quale inviterò i miei colleghi. Dovrebbe essere tra gennaio e febbraio su Mediaset».
Ma si diceva di un’apparizione anche con Maria De Filippi e Sabrina Ferilli.
«La faranno loro, io non ci sarò».
E invece un sabato sera su Raiuno con Simona Ventura?
«L’idea è bellissima: una rivisitazione del programma degli anni Settanta Mille luci. Lei entrerebbe nella parte che fu di Raffaella Carrà e io in quella di Mina. Io l’avevo già proposto quasi cinque anni fa a Bibi Ballandi ma da mesi ho dato la mia indisponibilità: la Ventura lo vorrebbe a gennaio ma io ho altri impegni. E non me la sento di andare in prima serata senza prepararmi bene. Forse più avanti, se si potrà».
Appena più avanti c’è il Festival di Sanremo.
«Ecco quello sì. Quello mi piacerebbe proprio presentarlo. Ma per quest’anno è ormai fatta: c’è Baudo e davanti a Pippo io sono in venerazione.

Però mica mi ha ancora invitata, lui».

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