Per Pavel ho pianto in diretta tv

Sei punti, 5 gol fatti, zero gol presi=2° posto. Con miglior biglietto da visita non poteva presentarsi mister Ciro, in attesa ora di conoscere il proprio destino futuro. Ma se in corso Galfer - per parola di monsieur Blanc (ricordo: ad & dg bianconero, quindi l’uomo che alla Juve potrebbe decidere da solo) - si sono presi altri 10 giorni per sciogliere il nodo sull’allenatore, significa che Ferrara non ha convinto del tutto la truppa degli «indecisionisti». La sua Juve, seppur in sole 2 settimane, ha comunque ritrovato lo spirito pugnandi e gli equilibri smarriti nei 2 mesi precedenti. Fa gol per prima e poi gestisce la partita. Niente di speciale per una squadra come questa, ma va dato atto a Ciro di essere stato bravo a ricompattare i ranghi e a far fare ai giocatori ciò di cui sono capaci. È anche vero che la Lazio di ieri era «spuntata», però non è colpa di Ferrara o della Juve se Pandev era squalificato e la coppia Rocchi/Zarate non stava bene. Ciro l’esame l’ha superato, stiamo a vedere che succede. Una cosa vorrei tanto capitasse: che Nedved ci ripensasse e dopo il toccante congedo ieri dal popolo bianconero (milanisti, imparate!) dicesse: «Gioco ancora per far felice questa gente». Mi darebbe la stessa gioia di uno scudetto. Per Pavel ieri ho pianto in diretta tv, ma non penso di essere stato l’unico.

Se davvero è finita, voglio che rimangano nella nostra storia quelle belle immagini. Vederlo giocare altrove, come dice il suo procuratore Raiola, le sporcherebbe. E noi juventini, così affezionati a Nedved, non ce lo meritiamo.

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