«Pavia non è la nuova Locride»

Pavia«Sì. Pavia potrà anche avere qualche problema, ma non siamo certo la nuova Locride». Alessandro Cattaneo, trentenne sindaco di centrodestra, non ne può più dei titoloni sui giornali. Dell’aria di sospetto che investe la sua città.
Sindaco Cattaneo, l’inchiesta della procura distrettuale antimafia parla di infiltrazioni dell ’ndrangheta.
«Voglio esser chiaro, Pavia è stata investita da un’indagine che muove scenari seri e che non vanno certo sottovalutati».
Ilda Bocassini ha fama di essere magistrato serio e scrupoloso.
«Lo è. Ma di qui a far balzare Pavia ai disonori della cronaca ce ne passa».
Le infiltrazioni ci sono. Le intercettazioni pure.
«Le infiltrazioni ci sono in tutto il Nord. Il centro economico del Paese, attira la malavita».
Bisognerà pur far pulizia.
«Ripuliamo dalle mele marce, ma non si può colpire indiscriminatamente una città».
Sminuendo non si fa il gioco dei criminali?
«Non sminuisco».
A Pavia cosa succede?
«L’inchiesta parla di un sistema che ha cercato di raggiungere il controllo delle amministrazioni e dell’economia locale».
E quindi?
«Ha cercato. Ma non c’è riuscito. Pavia ha gli anticorpi e la sua reazione è stata forte».
Per esempio?
«Le dimissioni di un assessore, del presidente della commissione Territorio e di un consulente tecnico che comparivano nelle intercettazioni».
Mica poco.
«Non è poco, ma non giustifica la solita bagarre politica».
Una reazione serve.
«La reazione è lo scatto d’orgoglio della città. E questo c’è stato. Ho incontrato associazioni, categorie produttive e politiche, prefetto, rettore, vescovo. Don Ciotti nelle scuole. Le forze migliori della società unite».
Risultato?
«Siamo d’accordo che prima di tutto vanno rifiutati gli atteggiamenti mafiosi. La scorciatoia, la raccomandazione».
La collusione tra politica e malaffare.
«Ho trent’anni e sono cresciuto con la lezione di Falcone e Borsellino».
Cos’ha fatto da sindaco?
«Siamo uno dei pochi Comuni ad aver approvato una commissione antimafia. All’unanimità. Seguo associazioni e iniziative che promuovono la legalità nelle scuole e nei quartieri».
Il mondo dell’edilizia è spesso veicolo della ’ndrangheta?
«Ho incontrato il mondo economico, abbiamo discusso di sub appalti e di massimo ribasso nelle gare».
E i voti di scambio?
«La moglie di Pino Neri ha detto che hanno provato un po’ per gioco a far entrare un giovane in consiglio comunale. Sa quanti voti ha preso?».
Quanti?
«Duecento. E in consiglio non c’è entrato. Non mi sembra che questa ’ndrangheta a Pavia sia poi così infiltrata».
Carlo Chiriaco era direttore dell’Asl.
«Certo è un personaggio inquietante, ma è indagato per concorso esterno. Ma a leggere i giornali sembra il capo della ’ndrangheta».
Dia una buona notizia.


«Il direttore generale del Comune è Laura Bianchi, ex vice prefetto, una figura di alto valore istituzionale. Oggi è a capo di un Tavolo permanente a cui si possono rivolgere categorie e cittadini per sapere tutto degli appalti e degli atti dell’amministrazione. Questa è la nostra battaglia per la trasparenza».

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