In merito allarticolo apparso su Il Giornale sul decesso di Ambrogio Calabrò avvenuto il 11 luglio al Policlinico Di Liegro si forniscono le seguenti precisazioni. Il dott. Fletzer, primario del Cpo, dichiara: «Il paziente è stato ricoverato al Cpo il 20 ottobre 2006 non per alcuni problemi renali ma per unulcera in insufficienza renale cronica. Il 25 gennaio è stato operato dal chirurgo plastico ed è stato sempre stato monitorato in tutti i ricoveri al Cpo fino al 27 marzo con continue consulenze nefrologiche. Il paziente è stato dimesso il 27 marzo 2007 per venire incontro alle sue richieste, con una situazione tendenzialmente buona. A luglio, in occasione del peggioramento del paziente, lo stesso è stato ricoverato al Grassi, e, si precisa, non è mai stata fatta richiesta al Cpo in quanto le problematiche erano di carattere nefrologico-medico e non di tipo riabilitativo. In conclusione a nulla sarebbe potuta essere utile al paziente una terapia subintensiva al Cpo, avendo bisogno di un reparto medico nefrologico». Il primario dellUnità di nefrologia e dialisi del Grassi, dott. Massimo Morsetti, precisa che «il paziente è stato seguito dalla Asl per un lungo periodo, trattato nel migliore dei modi e secondo le linee guida più aggiornate. Per quanto riguarda gli antibiotici, essendo il paziente in terapia con un antibiotico molto specifico e di non usuale utilizzo in ospedale, il medico consegnava agli ambulanzieri la dose di antibiotico necessaria per lintervallo di tempo che la struttura accettante si approvvigionasse dello stesso. Dichiarare la negligenza del personale sanitario risulta non solo falso, come facilmente dimostrabile dalle documentazioni cliniche, ma anche inopportuno e profondamente ingiusto nei confronti dei medici che si sono dedicati in modo particolare a questo paziente».
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Prendiamo atto delle precisazioni che non smentiscono, comunque, quanto scritto lunedì. Ci siamo limitati a pubblicare quanto riportato nella denuncia presentata dalla moglie di Ambrogio Calabrò, Marianna Mroz.
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