«Pazzo» meglio di Gila Montolivo promosso Ringhio irrinunciabile

Chi entra papa in conclave, ne esce cardinale. Vale anche nel calcio e in particolare per il mondiale. Ve li ricordate Maldera e Graziani nel ’78 in Argentina? Titolari inamovibili ma poi, al culmine delle amichevoli, furono rimpiazzati e scavalcati da Cabrini e Paolo Rossi, grazie anche alla mediazione di Carraro e Franchi presso il ct dell’epoca Enzo Bearzot. Alberto Gilardino è destinato a partire con i galloni di titolare nel ruolo, isolato, di centravanti: Lippi, conoscendone la timidezza e anche l’insicurezza mostrata per esempio ai tempi del Milan o nel precedente mondiale (un solo gol, agli Stati Uniti), ha provato a infondergli coraggio, mai discutendone il valore. Eppure Pazzini (nella foto) è più avanti nello stato fisico, non gioca sempre spalle alla porta, è fisicamente capace di travolgere qualsiasi rivale e ha mostrato nelle ultime settimane del campionato d’avere il piedino caldo. Altro ballottaggio nel ruolo di difensore sinistro: il ct è partito con l’idea di spostare Chiellini per realizzare la coppia centrale con Cannavaro e Bonucci. Sembra abbia già rivisto il piano con lo schieramento di Ginevra che prevede appunto Chiellini centrale con Zambrotta o Criscito a sinistra (gli unici due che offrono garanzie complete).
A chi affidare la passaword solitamente consegnata a Pirlo? Montolivo ha superato la prima prova, al cospetto della Svizzera, senza entusiasmare, intendiamoci, ma confermando di possedere le qualità che lo fanno preferire, per esempio, a Palombo.

Puntare sul centrocampista fiorentino è cosa buona e giusta. Ma forse l’interrogativo più inquietante lanciato dal test ginevrino è il seguente: può questa Italia permettersi di rinunciare a uno come Gattuso? La nostra risposta è no, no, no: tre volte no.

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