Torino - La pozione magica per il Pd si chiama laburismo. Ne è certo Sergio Chiamparino che ha trovato anche il modello che il Partito democratico dovrebbe seguire: "Ci vorrebbe uno come Tony Blair" e il laburismo è la svolta che necessita quello che un tempo fu il partito comunista. Su chi possa essere l'alter ego italiano dell'ex primo ministro inglese, il primo cittadino di Torino non ha dubbi, o quasi: "Renzi avrebbe tutte le caratteristiche necessarie", ma non nega che potrebbe incarnare lui stesso il Blair italiano: "Perché no, mutatis mutandis come si dice...". L'importante è non ripetere gli errori dell'ex primo ministro britannico, uno su tutti: la decisione di dichiarare guerra contro l'Iraq. Non proprio una cosa da niente.
Strategia Anche sulla politica ha la sua ricetta, Chiamparino. "C’è un’esigenza di responsabilità nazionale, osserva, ma piuttosto che un governicchio, meglio il voto". Detto altrimenti: "o si creano le condizioni per un governo come il governo Ciampi, altrimenti meglio il voto". E, se si avverasse quest'ultima ipotesi, lui esprime una timida ammissione di presenza: "Se c’è una possibilità di candidarmi lo farò. Bisognerà però rimuovere il vincolo statuario, come sarebbe giusto fare". Da timido però passa a determinato, il sindaco di Torino. Sicuro che se scendesse in campo farebbe piazza pulita persino di uno dei più papabili candidati leader del centro sinistra.
Quel Nichi Vendola verso il quale Chiamparino non nutre alcun timore reverenziale, e che sconfiggerebbe sicuramente, a suo dire. Nel caso in cui invece non riuscisse a candidarsi, tra Bersani e Vendola, Chiamparino si augura che vinca Bersani, voterebbe per lui, ma "alla luce di quello che è successo a Milano sarei preoccupato".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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