«Il Pd ci corteggia ma siamo fedeli al governo»

Roma«Nessuno smarcamento, la Lega è la Lega, abbiamo le nostre posizioni da sempre, non le cambiamo in base alla convenienza». Quel che dovrebbe sorprendere, secondo il governatore piemontese Roberto Cota, non è lo scarso entusiamo della Lega per le celebrazioni fine a se stesse dello Stato unitario (il Carroccio nasce proprio con il progetto di superare la concezione centralista), quanto piuttosto l’inedito e sospetto patriottismo dell’opposizione: «La sinistra ha cercato di strumentalizzare in tutti i modi questa ricorrenza. Adesso sventolano il tricolore, ma mi sembra che fino a qualche anno fa avessero più dimestichezza con altre bandiere... Ho visto il tricolore persino sui alcuni centri sociali, tutti strumentalizzati...».
Presidente Cota, l’hanno anche contestata a Torino.
«Nella sala (del Teatro Regio, ndr) non sono stato contestato, anche se la platea era in maggioranza di sinistra. Ho fatto un discorso che è stato applaudito, poi nel chiudere ho fatto una riflessione, contro la strumentalizzazione della festa per il 150esimo».
È stata usata per attaccare la Lega?
«Ma è evidente. Si è scatenata una corsa assurda a chi era più presente. Io ho fatto il mio dovere di presidente della Regione, sono stato sul territorio. Ma loro hanno cercato ogni giorno di inscenarmi una polemica. Mi svegliavo la mattina e mi dicevo: chissà oggi cosa si inventano».
E cosa si sono inventati?
«Ma guardi, il 17 sono andato alla manifestazione organizzata dalla Regione Piemonte, visto che sono il presidente, ma mi hanno fatto la polemica perché non ero all’alzabandiera il giorno stesso. Ma cosa vuol dire? Chiamparino non era presente all’inaugurazione della Reggia di Venaria, ma io mica faccio la polemica sulla sua assenza!».
Opportunismo politico?
«Sì ma ci vuole un po’ di dignità e di rispetto per l’identità di ciascuno».
Eppure il Pd fino all’altro ieri vi faceva la corte, Bersani ha detto che se mollate Berlusconi vi fanno fare il federalismo.
«Però il federalismo municipale non l’hanno votato... Contano i fatti non le chiacchiere».
Invece tra Bossi e Napolitano sembra ci sia un grande feeling.
«Bossi è un gigante politico, Napolitano una persona stimabile che si è comportata bene. E nel suo discorso del 17 marzo ha parlato del federalismo, che per la Lega è l’unico modo per avvicinare veramente lo Stato ai cittadini».
Un altro fronte che vi vede «isolati» è la guerra alla Libia.
«Anche questa non è una novità. La Lega è molto scettica e prudente quando si tratta di usare la forza. E poi questa è anche la posizione della Germania. C’è da valutare il rischio immigrazione, che finora abbiamo tenuto sotto controllo ma è una bomba a orologeria».
Che poi toccherebbe al vostro Maroni disinnescare...
«Maroni è bravissimo, ma è chiaro che una situazione fuori controllo avrebbe implicazioni epocali. Perciò dobbiamo essere molto prudenti e cauti».
Invece siete stati meno prudenti nelle scelte sulle amministrative, dove andrete soli in molti comuni, anche creando seri problemi al vostro alleato Pdl.
«Ma la nostra linea è chiara, ed è quella di sempre. Il consiglio federale ha deciso che in linea di principio si fa l’accordo col Pdl nelle realtà dove c’è una valenza politica, come Milano o Torino, e anche nelle province, salvo poi delle deroghe valutate nelle segreterie nazionali. Ma è sempre stato così per la Lega, nei comuni piccoli abbiamo la nostra autonomia».
Però andrete senza Pdl anche in comuni non piccoli come Bologna, Trieste, Treviso, forse anche Varese.

Anche in Piemonte la Lega è in fuga?
«Io mi occupo del Piemonte, faremo l’accordo con il Pdl a Torino, Novara e Vercelli dove si vota per la Provincia. Poi su altre situazioni si vede».
Però dica la verità, un pensierino su Torino la Lega l’ha fatto.
«È chiaro che se si forma una classe dirigente è per governare, però se si fa un accordo la Lega lo rispetta».

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