Roma - C’è già chi spera in una «tregua d’agosto», in un «break» rinfrancante. Perché basta tenere a mente un dato, o meglio una data, 25 ottobre, per comprendere la tensione che si respira all’interno del Pd, il cui stato di salute «avvilisce» pure Carlo Azeglio Ciampi. Ovvero, mancano ancora ben cento giorni alle primarie - un po’ meno al Congresso - che dovranno sciogliere il nodo sulla futura leadership. «Saremo tutti larve», pronostica in Transatlantico un parlamentare che ricorda bene cosa significhi un count-down.
Il timore, più o meno generalizzato, è che di questo passo a spuntarla sarà forse il meno spompato. «La bagarre è partita troppo in anticipo, sembra una campagna elettorale per le politiche, ma non si capisce ovviamente chi è al governo e chi all’opposizione», lamenta un ex margheritino, per nulla convinto che sia stata gestita al meglio la questione Grillo («mossa», per dirla invece alla Massimo Cacciari, «per sputtanare il partito»). «Ci siamo cascati di nuovo», ammette l’onorevole di turno, con una chiara allusione alla tempesta mediatica simile scatenatasi due anni fa, con l’intrusione di Antonio Di Pietro alle primarie.
Ma tant’è. La battaglia, quella vera, come avviene in un partito pesante che si rispetti, altro che leggero ed espressione della sempre corteggiata società civile, si gioca (per la verità già da tempo) attorno alle tessere, alle nuove e vecchie adesioni che potrebbero modificare gli equilibri interni. Senza dimenticare che vanno sciolti, di pari passo, pure i nodi regionali, con l’elezione dei leader territoriali. Questione anch’essa di non poco conto.
Insomma, tessere che spuntano come funghi in Campania, come denunciava giorni fa Ignazio Marino (sotto accusa pare siano i bassoliniani), che calano magari nel resto d’Italia. E addirittura la metà degli iscritti si registra in Toscana, rispetto ai vecchi iscritti di Ds e Dl sommati assieme (secondo il Messaggero, 47mila a fronte dei 100mila d’un tempo).
Certo, si dirà, c’è ancora tempo, visto che la scadenza è fissata per il 21 luglio. Ma non si fa a tempo a metabolizzare l’amaro resoconto che proprio attorno al triplice fischio finale si apre un nuovo fronte. A dare il la è Marino, terzo incomodo, pronto a raccogliere consensi tra chi non si riconosce in Bersani o Dario Franceschini considerati, soprattutto fuori dai confini piddini, «candidati da nomenklatura». E non a caso il senatore-chirurgo evidenzia, attorno al suo nome, l’interesse crescente dei Radicali (inevitabile, vista la sua battaglia a favore del testamento biologico, vedi caso Eluana Englaro, tanto da incassare il pieno appoggio pure di papà Beppino) «ma anche da parte di militanti che vengono da Idv, Sinistra e libertà e Verdi». Una sorta di nuova Unione democratica? Chissà. «Con ogni probabilità», invece, dice lui, a sostenerlo ci saranno anche Sergio Chiamparino, Umberto Veronesi e Stefano Rodotà. E così, pregustando una continua erosione ai danni dei due big, consapevole della sua debolezza sul versante sezioni, dove non è per nulla radicato, a differenza dei suoi avversari, chiede: «Per non limitare la possibilità di avvicinarsi al Pd, perché non allunghiamo il periodo in cui è possibile iscriversi al partito fino al 31 luglio?».
Intanto, da dentro, non mancano gli inviti a voltare pagina. «Dopo la parentesi comico cabarettistica di Grillo», premette Giorgio Merlo - nonostante il diretto interessato sia convinto che il no alla sua adesione sia frutto di una «fatwa» - è bene che «il Pd riprenda il cammino congressuale all’insegna della serietà, dell’attenzione ai problemi dei cittadini». Come dire, «la contrapposizione e lo scontro interno non abbiano il sopravvento rispetto alla politica e ai contenuti».
Un avvertimento che trova sponda in Sandro Gozi, ex consigliere di Romano Prodi: «Ci si confronti pure in maniera aperta, ma sui temi chiave da affrontare, sulle proposte concrete, ad esempio sul nodo pensioni o sulla questione del contratto unico». Altrimenti, rintuzza Merlo, «faremo solo il gioco dei Grillo e dei Di Pietro», pronti a indebolirci. Fino ad «azzerarci».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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