Il Pd mostra i muscoli: "Siamo due milioni e mezzo". La Questura: 200 mila

Due cortei attraverso Roma fino al Circo Massimo. Musica striscioni e slogan, anche in favore del candidato alla Casa Bianca Barack Obama. E spunta Di Pietro con il suo megafono. Sfilano anche bimbi delle elementari: slogan anti-Gelmini

Il Pd mostra i muscoli: "Siamo due milioni e mezzo". La Questura: 200 mila
Roma - E' iniziata la conta del Pd. E si è già scatena la ridda di numeri. Il Circo Massimo si è riempito quando i due corteo che hanno attrvarsato Roma si sono riuniti per il comizio del leader contro il governo. Fra bandiere arcobaleno e del Pd, sono sfilati anche i bambini delle scuole elementari, intonando slogan anti-Gelmini. E gli organizzatori stanno già seminando dati ottimistici: "Siamo più di due milioni... due milioni e mezzo". Alla manifestazione "erano presenti non oltre 200mila persone". Il dato, che è calcolato in base a quanto registrato in passato, nella stessa area, è stato reso noto da fonti della Questura di Roma. Anche se, ufficialmente, da via San Vitale si sottolinea che "non c’è stata nessuna indicazione rispetto alla diffusione di alcun numero o valutazione". Il tormenotne dei numeri come sempre precede e sgue le manifestazioni, e come sempre - in questo caso il Pd - da i propri numeri per "mostrare i muscoli".


E Veltroni festeggia in anticipo
Prima ancora dell'arrivo dei numeri ufficiali, il leader del Pd ha già iniziato a festeggiare. "Dalle informazioni che ho credo che quella di oggi sia la più grande manifestazione di un partito che si è svolta in Italia da molti anni a questa parte È quanto speravamo, supera anche più rosee aspettative. È un successo" ha assicurato Veltroni ai giornalisti.

D'Alema e Rutelli in testa al corteo La testa del primo corteo, guidata tra gli altri da Massimo D’Alema, Pier Luigi Bersani, Francesco Rutelli, Antonello Soro e Dario Franceschini, è arrivata per prima al Circo Massimo verso le 15. Il corteo si è mosso da piazzale dei Partigiani, davanti alla stazione Ostiense dove sono arrivati molti dei treni speciali organizzati per la manifestazione.

Da "Bella ciao" agli U2, senza dimenticare Obama
Musica, striscioni e slogan. In bilico fra tradizione popolare ed esterofilia. Un corteo varipinto, cadenzato dalla banda Borgognoni di Pistoia, sulle note di "Bella ciao" e dell'inno nazionale. Ma la colonna sonora guardava anche alla musica internazionale e, per accontentare tutti i gusti, i camion del corteo mandano le note di "City of blinding lights" degli U2, la stessa canzone scelta da Barack Obama per la convention di Denver. Una scelta non casuale. Infatti poco dopo sono arrivati gli striscioni pro Obama, portati da ragazzi che indossavano una maglietta con una dichiarazione di voto a favore del candidato alla Casa Bianca: "Americans in Italy for Obama". Tra i politici, a cantare, c'era Rosy Bindi, con uno striscione contro il "porcellum", per il reintroduzione delle preferenze nelle schede elettorali.

Il kit del manifestante Niente è stato lasciato al caso. La sinistra ha fatto anche il maquillage ai suoi sostenitori. E non è mancato nemmeno il kit del manifestante. Un cappellino, un adesivo, una bandiera e una borsa in tela compongono il kit distribuito dagli organizzatori ai manifestanti in piazza del Circo Massimo. Gli stand del Pd hanno distribuito anche un cartellone con su scritto "un’altra Italia è possibile".

Spunta anche Di Pietro col megafono
Separati in casa. "Silvanaaa... Fai spostare quelli con i fogli, ormai sono quelli che vogliono firmare a venirci incontro...". La voce arriva un pò metallica e deformata, ma riconoscibilissima. Quando si parla attraverso un megafono, non si può evitare e del resto come, altrimenti, farsi sentire in un’area vasta come il Circo Massimo che si va riempiendo? Antonio Di Pietro, proprio come farebbe un regista, dirige i movimenti dei militanti IdV chiamati a raccogliere le firme contro il Lodo Alfano anche al Circo Massimo, servendosi appunto di un megafono. È l’altra piazza, almeno vorrebbe esserlo, rispetto a quella chiamata a raccolta da Walter Veltroni. Alleati sì, anche se dopo dichiarazioni di rottura più o meno definitive, Veltroni e Di Pietro si trovano sulla stessa scena ma, appunto, esattamente l’uno dal lato opposto dell’altro. Il segretario Pd parlerà dal palco, sul lato del Circo Massimo davanti agli uffici dell’Anagrafe, mentre il campo d’azione di Di Pietro è all’estremità opposta, quella che si affaccia sulla Fao. È lì che Di Pietro firma autografi, si fa scattare foto con i telefonini, e prosegue incessante ad invitare a firmare per il referendum. Una dislocazione che rimarrà anche quando comincerà il discorso di Veltroni ed ancora una volta Di Pietro liquida le polemiche: "Tra un pò qui non ci si potrà più muovere per tutta la gente che ci sarà. Il discorso lo ascolterò da qui. Sto lavorando, non inventiamoci cose che non ci sono"

Non si fanno mancare niente, nemmeno i bambini
Sono arrivati anche loro, al Circo Massimo. I baby-manifestanti. Dopo le polemiche dei giorni scorsi, i genitori li hanno portati di nuovo in piazza. Alzano bene la voce nello scandire lo slogan ritmato "ci piacciono i meloni ma non Berlusconi - ci piacciono i cremini ma non la Gelmini". Sono i piccoli scolari, della elementare sperimentale Giovanni Soglian di Roma, giunti con i genitori e qualche insegnante per manifestare la propria contrarietà alla riforma scolastica. Accolti dalla curiosità e dagli applausi degli altri militanti Pd giunti al traguardo del corteo, i piccoli manifestanti procedono verso il palco principale allestito sul prato del Circo Massimo.

Gli slogan Da quello ufficiale "Un’altra Italia è possibile", al "Cchiù pilu pè tutti2 reso celebre dal tormentone di Antonio Albanese: sono molti gli slogan utilizzati dai partecipanti al corteo del Partito democratico. È proprio il presidente del Consiglio è stato il bersaglio diretto di moltissimi striscioni, stendardi, magliette, cartelli . A Berlusconi, infatti, sono dedicati "La democrazia non si butta via", "Lui ride e gli italiani piangono", "Chi vuol essere lieto sia di non pension non vè certezza".

Anche il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini non viene risparmiata dall’ironia dei manifestanti e viene messa "dietro la lavagna" senza tanti complimenti.

Tra gli "eroi" della manifestazione, invece, lo scrittore anticamorra Roberto Saviano, ricordato in più di uno striscione con lo slogan "Siamo tutti Saviano" e Barak Obama, che in molti, alla manifestazione del Pd, hanno voluto sostenere con striscioni dedicati in vista della elezione per la presidenza della Casa Bianca.

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