Roma - Il Partito democratico nascerà il 16 ottobre. Data simbolo perché è quella delle primarie che consacrarono Romano Prodi candidato presidente del consiglio. La proposta è partita dal segretario Ds Piero Fassino ed è subito stata accolta dal premier, contento di poter legare la nascita della nuova formazione politica ad una partecipazione più ampia di quella dei partiti. E per niente preoccupato se in questo modo i rapporti con Francesco Rutelli, già provati dalla rinuncia al taglio dell’Ici, sono destinati e peggiorare.
Il vicepremier e presidente della Margherita continua a spingere per far nascere il Pd quest’estate. Ma la sua fretta non è piaciuta a Fassino che ieri ha rilasciato un’intervista nella quale ha lanciato l’idea di puntare sul prossimo autunno. Il 16 ottobre, secondo il leader della Quercia si dovrà tenere «l’assemblea costituente che sia anche il congresso di fondazione». Pronta la replica di Prodi che da Bologna ha fatto sapere che quella indicata dai Ds è «una splendida data per avere una grande giornata democratica nel nostro Paese». Anche perché tra elezioni amministrative e ferie sarebbe stato difficile anticipare a luglio. Archiviata, quindi, la richiesta di Rutelli. E anche l’ipotesi dei tempi più lunghi, secondo la quale il Pd sarebbe dovuto nascere nel marzo 2008.
Che il plauso del premier sia da spiegare, più che con esigenze organizzative, in chiave anti-partitica è confermato dalle parole del ministro prodiano Paolo De Castro, soddisfatto dalla coincidenza con le primarie, a sancire la «mobilitazione popolare che sta alla base del Partito democratico». E da quelle dell’ancora più prodiano Franco Monaco che boccia anche l’idea di «preadesioni al Pd raccolte altrove, che ci farebbero ricadere nelle angustie e nell’opacità del tesseramento». Quelli che parteciparono alle primarie «sono da considerare a tutti gli effetti aderenti al partito. Veri, nuovi costituenti del nuovo partito».
I rutelliani non ci stanno a farsi catalogare come gli alfieri della partitocrazia. «Noi - rivendica Renzo Lusetti - vogliamo un’apertura sostanziale alla società civile. Restiamo convinti che l’ultima domenica di giugno resti la data migliore per le primarie che eleggano la costituente. Una volta eletta l’assemblea si partirà per far nascere il Pd e per noi va bene anche il congresso a ottobre. Fare tutto nello stesso giorno rischia di generare confusione».
Il tutto sarà discusso in un vertice politico che dovrebbe tenersi a Palazzo Chigi mercoledì. Sul tavolo anche il nodo della guida del Pd. Le alternative sono il triumvirato, come chiede la Margherita, o un’unica figura, come vorrebbero i Ds. «Si decide insieme, non credo che ci saranno problemi», ha assicurato Prodi. Ma c’è anche la questione urgente delle feste dell’Unità. Fassino ha proposto di farne delle «feste dell’Unità per il Partito democratico». Anche in questo caso l’idea è stata accolta dai prodiani e respinta dai rutelliani.
Poi ci sono i contenuti. Come la scelta sull’Ici, il Family day e la relativa contromanifestazione laica.