Altro che spazio ai liguri. Il Partito democratico teme di lasciare a casa troppi big e «saccheggia» le liste regionali. E alla Liguria viene chiesto un super sacrificio. Oltre ai tre posti regional-nazionali, quelli dei dirigenti Ds Roberta Pinotti, Andrea Ranieri e Andrea Orlando che il partito vorrebbe considerare a tutti gli effetti candidature già del territorio, ieri a Mario Tullo ne sono stati chiesti altri due. Per due nomi eccellenti, per due donne di governo. Giovanna Melandri e Livia Turco potrebbero essere imposte agli elettori liguri, ovviamente nelle parti nobili della lista, quelle con la certezza assoluta di elezione. A tutto discapito, inevitabilmente, dei candidati locali.
Fin qui, la voce dellanima diessina, perché poi cè da fare i conti con la Margherita, che sta alzando la voce, sia a livello nazionale sia a livello locale, usando la «questione morale» della presenza cattolica per ottenere seggi in più. Ecco così tornare dattualità il nome di Rosi Bindi o di qualche altro leader nazionale dei centristi. Va da sé che a questo punto per i liguri restino pochi posti, soprattutto in caso di doppia sconfitta alla Camera e al Senato. Mario Tullo in quota Ds e Claudio Gustavino in rappresentanza della Margherita sarebbero in pole position, poi una guerra allultimo (forse) posto libero tra tutti gli altri.
Chi non è più disponibile, probabilmente visti questi sviluppi, a fare spontaneamente un passo indietro è Graziano Mazzarello, senatore uscente, al centro come altri colleghi del «giallo delle ricandidature» per linterpretazione del regolamento interno sullequivalenza delle legislature regionali, europee e nazionali. «Non credo più di farmi da parte - conferma -. Certo non sarò io a fare drammi o polemiche in caso di esclusione, ma per ora sono qui, disponibile. Eventualmente, se mi diranno di farmi da parte, accetterò... oggi ho già fatto il nonno dedicando due ore al mio nipotino.
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