«Mettere insieme la meglio gioventù» dice nell’introduzione Marilena Adamo, tra i supporter di MoDem, la corrente veltroniana del Pd. Sul palco però si vedono solo vecchie glorie: oltre all’ex segretario dei Ds, Walter Veltroni, gli ex ministri Paolo Gentiloni e Giuseppe Fioroni. Siamo al Teatro Litta, dove Veltroni fonda la sezione milanese della sua corrente che «non è una corrente, ma un movimento per recuperare una parte di quelle forze che si sono allontanate nel corso degli anni». Definizione a parte, gli intenti sono chiari: assicurare che «non voteremmo Gabriele Albertini», dare una raddrizzata a Giuliano Pisapia e a quella parte del Pd che ripete «i veltroniani a Milano non esistono».
Al contrario, ci sono e dividono il partito. Sul palco e nelle prime file abbondano gli ex margheritini, i cattolici rimasti senza casa dopo le scelte del Pd e la vittoria di Pisapia. Veltroni contesta il modo in cui sono state gestite le primarie: «L’avevo già detto allora: il Pd non deve indicare scelte in occasione delle primarie. C’erano tre ottime candidature e penso che il Pd abbia fatto male a identificare se stesso in una sola, soprattutto perché Stefano Boeri è un esponente della società civile». E Gabriele Albertini? «Non sono abituato a mettere il naso in casa d’altri, il candidato del Pd è Pisapia».
Le senatrici Maria Pia Garavaglia ed Emanuela Baio sono sotto il palco, a poche sedie di distanza dal candidato Giuliano Pisapia, che è accorso ad ascoltare Veltroni. Scherzano: «Siamo le eretiche del Pd». Confermano tutte le loro perplessità sulla candidatura Pisapia ma assicurano: «Albertini non è il nostro candidato». I dubbi sull’avvocato non mancano. Spiega la Baio: «Pisapia arriva da una tradizione che non rappresenta la parte moderata della città, sarà necessario ridefinire il progetto».
Se vuole il sostegno dei veltroniani, l’avvocato dovrà fare qualche passo indietro su temi come le unioni civili aperti ai gay e non solo. Anche Veltroni lancia l’altolà sul programma e sulla scelta degli uomini: «Credo sia giusto che Giuliano Pisapia sappia che deve convincere quella parte del centrosinistra che si era espressa per altri candidati e quella parte di società milanese più moderata».
In platea parte il people watching, chi c’è e chi non c’è. Mancano all’appello Valerio Onida e Stefano Boeri, in compenso si fanno vedere i vertici del partito.
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