Il Pdl discute sulla squadra: lite sugli assessori candidati

Continua a fare discutere la composizione delle liste e delle candidature all’interno del PdL e a dividere, su fronti opposti, l’anima di Cl da quella degli ex An. Si chiude così con una fumata nera il vertice a casa Moratti: il nodo della candidatura degli assessori non è ancora stato sciolto. Se ne riparlerà lunedì, a quel punto anche con la Lega. A scaldare gli animi il tema della (non) candidatura degli assessori ciellini al Bilancio Giacomo Beretta e allo Sviluppo del Territorio Carlo Masseroli. Sembra che Cl punti a non candidarli - nonostante l’ordine di scuderia sia di «costringere» tutti, assessori e consiglieri, alla prova dei voti - assicurando loro un posto nella nuova squadra. Magari negli stessi dicasteri, tra i più pesanti, occupati attualmente dai due uomini «di don Gius». Facendo correre altri uomini - la strategia - Cl aumenterebbe le quote a palazzo Marino.
Un «regalo» alla corrente che non piace, però, agli ex An e Fi, consiglieri e assessori che partirebbero «svantaggiati» perchè costretti a sfidare l’elettorato per «sudarsi» un posto. A farsi portavoce del mal di pancia il coordinatore nazionale PdL Ignazio La Russa e il coordinatore regionale Mario Mantovani che si sono confrontati con i ciellini, il vicepresidente della Camera, Maurizio Lupi e il coordinatore cittadino PdL Luigi Casero. «Abbiamo cominciato a fissare dei criteri: se gli assessori debbano o no candidarsi - ha spiegato il ministro La Russa - se un posto nella squadra di giunta debba essere ufficializzato prima o dopo le elezioni. L’importante è che ci siano delle regole condivise da tutti. Il mio parere è di non fare scelte ad personam, la regola potrebbe eessere o gli assessori si candidano tutti o nessuno».
Sulla stessa scia il coordinatore Mantovani, che oggi incontrerà Silvio Berlusconi per affrontare un nodo cruciale: il capolista. Continua quindi il pressing sul leader del Pdl perché cambi idea e accetti di mettersi in gioco per sbaragliare la concorrenza delle liste civiche e il tallonamento della Lega. Sul tavolo anche la conferma della presenza del Cavaliere il 2 aprile per il lancio ufficiale della candidatura di Letizia Moratti con la presentazione delle «cento cose fatte» per Milano. «Il primo capolista che io immagino - commenta La Russa - si chiama Berlusconi: è sempre stato lui, è nel segno della tradizione, poi vedremo se avrà il tempo e la possibilità di farlo, ma non l’abbiamo ancora interpellato».
In pole position per il delicato ruolo di capolista, nel caso di un rifiuto, dato per molto probabile da parte di Berlusconi, il vicesindaco Riccardo de Corato, che nel 2006 prese 8500 preferenze, destinate a salire questo turno, e Maurizio Lupi. Al nome del vicepresidente, che nicchia, sarebbe legato a doppo filo il discorso della candidatura dei due assessori in quota Cl. Il tempo stringe e c’è chi ha fretta di chiudere: «Le liste vanno chiuse con trasparenza un po’ giorni prima rispetto alla scadenza - incalza la russa - e non all’ultimo come sempre accade. pazienza se qualcuno avrà la possibilità di sollevare critiche o rancori».
Ieri, intanto, è stato sciolto il nodo dell’alleanza con la Destra, in bilico fino a qualche giorno fa per attriti tra il segretario nazionale Francesco Storace e Letizia Moratti.

Per La Russa «la destra è una componente essenziale dell’alleanza». «I colloqui col sindaco Moratti - spiega storace - hanno favorito un profondo chiarimento che consente a Pdl e La Destra di correre insieme con la Lega».

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