RomaChi è contento alzi la mano. Le variazioni del grado di infelicità ieri alla Camera erano ben visibili dalle espressioni del viso più che dalle parole. «È naturale che voi non siate contenti», ha detto un ecumenico Mario Monti a conclusione del suo intervento. Nel giorno del discorso del premier sulla manovra appena varata dal consiglio dei ministri, Il Pd ha scelto la strada del dramma. Dallespressione addolorata di Bersani, allintervento lacrimevole di Franceschini, del genere «il mondo che avremmo voluto era un altro» («Noi avremmo fatto una manovra diversa, puntando più sullequità») al modo con cui sempre Bersani ha applaudito, a mani flosce, come se dovesse impastare un pongo. Dal Partito democratico, dietro le quinte, ammettono che la linea è questa: mostrare la sofferenza. Anche perché da sinistra si vede con terrore limbizzarrimento dei dipietristi, che ieri hanno ufficialmente annunciato il loro rifiuto a questa manovra. Nelleventualità di un lungo dibattito parlamentare, gli emendamenti dellItalia dei Valori potrebbero causare infiniti problemi al Pd, che verrebbe così scavalcato da Di Pietro nella difesa dei più deboli e delle garanzie sociali. «Speriamo che venga posta la fiducia», rivela così un anonimo deputato di Bersani. La preghiera di Natale per Monti è questa: ponga la fiducia, perché gli emendamenti sarebbero espressione della voce degli italiani, i propri peccati visti allo specchio.
La fiducia non dispiacerebbe però nemmeno al Pdl, più che altro alla parte meno benevola, vedi gli ex An come Ignazio La Russa, che in Transatlantico ragionava così: «Mi aspettavo un volo di fantasia... vuoi far pagare lIci per la prima casa? Ma almeno non per le case sotto i cento metri quadrati. Così si colpisce chi ha risparmiato. È una patrimoniale che punisce più di una patrimoniale». E insomma, in caso di fiducia, «è chiaro che il certificato di sopravvivenza glielo daremo». Ma i cambi da fare sarebbero moltissimi. La Russa non esclude la presentazione di «un maxiemendamento». Anche tra i più positivi, come lex ministro Brunetta, serpeggia però un certo disappunto per le lodi eccessive dallEuropa a Monti il salvatore: «È come a tavola - la metafora di Brunetta - quando ci si passa un barattolo di olive che non si riesce ad aprire. Lultimo della tavola, che apre il barattolo, è il più bravo o il più fortunato?».
Nel giorno del dolore, lOscar per la miglior interpretazione del diversamente scontento va a Pier Ferdinando Casini: «Non siamo contenti ma siamo convinti». Linsofferenza in aula per lincenso versato dal leader Udc su Monti ha rasentato il gelo. Un intervento «da fare venire il nervoso», confidavano due deputati di sponde opposte in Transatlantico.
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