A via dell’Umiltà occhi puntati sulla legge elettorale e sui tavoli che si apriranno questa mattina per «un confronto a 360 gradi» con tutti i partiti. Un giro d’orizzonte che durerà alcuni giorni e che vede coinvolte tutte le anime del partito. Fibrillazioni sopite, dunque. Anche sul fronte interno visto che, assicura Paolo Bonaiuti, «il presidente Berlusconi non ha in mente alcun progetto relativo a una fondazione né sta minimamente pensando a una nuova formazione politica» ma «lavora con forte impegno» per il Pdl.
La partita vera, però, nelle prossime settimana sarà quella della riforma elettorale. A prescindere dal fatto che il confronto - fortemente voluto dal Quirinale - porti poi a un risultato. Su un tema tanto delicato, infatti, si stanno riversando timori e tensioni di chi teme che le modifiche possano andarlo a penalizzare. Chi teorizza di salvaguardare l’asse con la Lega, infatti, non gradirebbe una nuova legge elettorale che spinga il Pdl verso il centro (cioé verso il Terzo polo) e viceversa.
Insomma, una trattativa complessa. Di cui hanno già iniziato a parlare ieri sera Silvio Berlusconi e Umberto Bossi riprendendo la vecchia consuetudine delle cene del lunedì ad Arcore. E di cui discuteranno oggi una delegazione del Pdl - composta su indicazione di Angelino Alfano da Ignazio La Russa, Gaetano Quagliariello e dal presidente della commissione Affari costituzionali Donato Bruno - e una della Lega che s’incontreranno nel campo neutro di Montecitorio. A seguire, sempre alla Camera, il faccia a faccia tra Pdl e Pd. Mentre domani La Russa, Quagliariello e Bruno incontreranno Terzo polo e Sinistra e libertà. Giovedì toccherà invece a La Destra, Grande Sud, Rifondazione Comunista e Italia dei Valori.
Una vera e propria esplorazione a 360 gradi, dunque. Ma che in verità resta una strada in salita nonostante gli ex An abbiano dato disponibilità a rivedere la legge elettorale purché non si facciano «inciuci» con il Pd. L’approccio rispetto a una riforma del sistema di voto, infatti, non solo è diverso a seconda dei partiti ma cambia anche a seconda delle componenti di ciascun partito. Certo, resta il fatto che una trattativa su questo fronte - magari allargato alle riforme istituzionali come chiedono in molti nel Pdl - può sensibilmente stabilizzare l’esecutivo e avvicinare la chiusura della finestra elettorale, perché se Mario Monti ad aprile sarà ancora in sella come è probabile che sia è ancora più probabile che ci resti fino al 2013.
E forse è anche per calmare le acque nel partito che il vice capogruppo alla Camera Osvaldo Napoli assicura che «né Berlusconi né Alfano hanno mai pensato di riformare la legge elettorale contro qualcuno». Mentre Fabrizio Cicchitto apre all’Udc. «Non vogliamo certo discriminarlo - dice il presidente dei deputati del Pdl - visto che una delle prospettive politiche sul terreno è quella di una grande alleanza fra tutti i moderati». Più prudente sul punto è invece Roberto Formigoni che in Lombardia con la Lega deve farci i conti tutti i giorni. «Il Pdl - dice il governatore lombardo - si confronterà con tutte le forze politiche per la riforma della legge elettorale, poi si vedrà con chi si riuscirà a trovare l’accordo. L’ideale - aggiunge - è trovare un accordo generale, dopo di che è chiaro che non ci si inchioda all’unanimità». L’obiettivo, spiega Maurizio Gasparri, è «ampliare le possibilità di scelta del cittadino e condividere questo obiettivo con il più ampio arco di forze».
Ovviamente, aggiunge il capogruppo del Pdl al Senato, «abbiamo anche a cuore le ragioni della governabilità e la chiarezza sui progetti di governo davanti agli elettori», un’esigenza che nel quadro di un sistema bipolare «va salvaguardata».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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