Roma Il Pdl chiede che lAula di Montecitorio discuta del ruolo del presidente della Camera Gianfranco Fini. Il presidente della Camera Gianfranco Fini non vuole che lAula si occupi del suo ruolo. E un paradosso da Comma 22, (la legge immaginaria che fa da cardine allomonimo romanzo secondo la quale «solo i pazzi possono lasciare il fronte» ma anche «chi chiede di lasciare il fronte non è pazzo»). Oppure, più prosaicamente, unapplicazione politica del principio secondo il quale al tacchino non si può chiedere di preparare il pranzo di Natale. Fatto sta che, dopo la Lega Nord e allindomani delle conferme sulla proprietà della casa di Montecarlo, anche il Pdl ha chiesto ufficialmente che il nodo Fini sia trattato nella sede più importante del potere legislativo. E ha incassato, al pari della Carroccio, un rifiuto da parte di Fini.
Alla riunione dei capigruppo, ha spiegato il presidente dei deputati Pdl Fabrizio Cicchitto, «ho manifestato la mia adesione alla richiesta della Lega di discutere in riunione dei capigruppo ed eventualmente anche in Assemblea, del problema costituito dalla contraddizione fra la figura del presidente della Camera, che per definizione è super partes, e la figura di leader politico del presidente Fini, che per definizione è di parte». Richiesta, ha riferito lo stesso Cicchitto, respinta da Fini secondo il quale la conferenza dei capigruppo «non è la sede per un dibattito di questo tipo». Meglio la Giunta per il regolamento.
Il Pdl non intende fare sconti come dimostra il giudizio del Guardasigilli Angelino Alfano: «Siamo facendo diventare la presidenza della Camera un organismo geneticamente modificato. Non si è mai visto nella storia repubblicana un presidente della Camera che chiede le dimissioni del presidente del Consiglio».
In difesa di Fini si sono schierati i suoi, ad esempio il capo della segreteria politica e deputato di Futuro e Libertà per lItalia, Carmelo Briguglio, che ha accusato il ministro della Giustizia di fare parte del «collegio di difesa del premier». E anche Anna Finocchiaro del Pd.
Per contro nel Pdl sono iniziate le contestazioni a Fini-presidente su casi specifici. Amedeo Laboccetta, deputato della commissione Antimafia, si è detto sorpreso «che Fini, neopaladino della legalità» non abbia calendarizzato, a un mese dalla presentazione, una sua mozione «sulla revoca dei 41bis a centinaia di mafiosi dopo le stragi del 92-93». Una prova della «falsa imparzialità di Fini», la fornisce il senatore Pdl Francesco Casoli, prendendo spunto dal vertice del Terzo polo che si è tenuto ieri mattina per bocciare la bozza Calderoli sul federalismo. «Alle riunioni politiche del Pdl non ha mai partecipato perché doveva rimanere super partes, alle riunioni del Terzo polo è onnipresente. Si dimetta».
Tra chi chiede le dimissioni, anche il Movimento per lItalia di Daniela Santanchè e Riva Destra, che oggi alle 18 animeranno un sit in davanti a Montecitorio alla luce delle notizie sulle carte arrivate da Santa Lucia a Roma, secondo le quali la casa di Montecarlo appartiene effettivamente del cognato di Fini. E giovedì il dossier su Montecarlo è già in agenda al Senato grazie a uninterpellanza urgente presentata dalla maggioranza.
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