Il Pdl non piace a Lega e Udc. Aperture da An e Forza Italia

Il Pdl non piace a Lega e Udc. Aperture da An e Forza Italia
Roma - Contrarie Udc e Lega, perplessa An, cauta Forza Italia.
Ora che si scopre che il marchio del «Partito della libertà» già esiste, depositato e vidimato secondo le regole Ue da Michela Brambilla, e che l’ipotesi del partito unico dei moderati sembra farsi più concreta, nella Cdl si scatena una ridda di reazioni. Il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa aveva già liquidato la faccenda in un’intervista, ieri mattina: «Il Partito della libertà di Berlusconi non è una cosa seria, è un’operazione di marketing politico-elettorale. I partiti sono una cosa seria». Anche Rocco Buttiglione non mostra entusiasmo: «Ricucinando sempre gli stessi avanzi non viene fuori una buona minestra. Se vogliamo veramente innovare, dobbiamo dare spazio alle leve nuove». Che - a suo parere - sono «il popolo del Family day, che mi interessa più del Partito della libertà». Più possibilista Mario Baccini, vicepresidente del Senato: «Se vera, la proposta di Berlusconi merita rispetto. È un progetto che merita rispetto, ma sul quale stiamo ancora alle indiscrezioni. Non ho ancora sentito una parola a proposito da Berlusconi».

Dalla Lega, invece, arriva un esplicito no. Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato e coordinatore delle segreterie nazionali del Carroccio, è tranchant: «La nostra posizione è chiara. Noi siamo sempre stati, e lo saremo anche adesso, contrari al partito unitario del centrodestra. Se Fi e An vogliono, se lo facciano loro». E avverte: «Spero che la posizione di Berlusconi sia quella della smentita alla Stampa. Questo nuovo contenitore sembra fatto apposta per il referendum. Allora, se è così, verrebbe meno l’accordo con Bossi». Il quale Bossi, però, ieri sera era a cena a Lorenzago, con Tremonti e Alemanno, a discutere (anche) del progetto di Partito della libertà.
Assai più caute le posizioni di Alleanza nazionale. «La necessità di fare un partito unitario del centrodestra c’è. Ma bisogna vedere se c’è anche la volontà politica di realizzarlo», dice il capogruppo al Senato Altero Matteoli. È chiaro, aggiunge, che «se il 14 ottobre ci sarà l’ufficializzazione della nascita del Pd, anche noi dobbiamo muoverci in questo senso e dar vita a un soggetto unico che raccolga tutte le anime del centrodestra. Ma lo si può fare senza annettere nessuno a Fi, e solo a parità di condizioni».

Per Maurizio Gasparri «l’elettorato di centrodestra è pronto per un nuovo soggetto unitario». Ma il Pdl «deve essere il partito nuovo di tutti, non un partitino in più». Gianni Alemanno sottolinea: «Il punto di unità del centrodestra si ritroverà non attorno a sigle o aggregazioni forzate, bensì attorno a un nuovo programma che deve essere la base di un progetto per la nuova Italia che tutti i cittadini si aspettano». Interviene anche il capogruppo Ignazio La Russa: «Berlusconi lancia sul mercato politico una soluzione capace di contrastare quanto accade a sinistra con il Pd. Del resto - aggiunge - da anni An punta a un partito unitario. È chiaro a tutti che questo obiettivo non è possibile raggiungerlo ora».

Il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, assicura che «Forza Italia vive, è forte e si irrobustisce sul territorio. Il nuovo partito che nasce nei Circoli della libertà ben venga, porterà un certo contributo ed elettori di centrodestra». Più entusiasta Franco Frattini, commissario Ue: «Sono un aderente a Forza Italia, ma sento il bisogno di tornare alle origini del progetto liberista e liberale del 1993. Sì, mi piacciono le sfide. Quando diventerà un partito, sono pronto a entrare, se Berlusconi sarà d’accordo».

Applaudono gli azzurri Francesco Giro e Osvaldo Napoli: «Tutto questo gran parlare del Partito della libertà vuol dire che c’è in giro una gran fame di centro e di centrodestra.

Questa fame verrà presto saziata», assicura il primo. Mentre per il secondo «una certezza comincia a farsi strada: il solo annuncio di un nuovo progetto ha rimesso in movimento il confronto politico nel centrodestra, impaludato da almeno due anni».

Ironico invece Marcello Dell’Utri: il Partito della libertà? «Non ci vedo nulla di male - aggiunge -. Questo è un partito in più. Se ne fanno da 0,02%. È un valore aggiunto quindi, non al posto di Forza Italia». Secondo il senatore, infatti «è impossibile far finire Forza Italia» anche se ammette che «Berlusconi può fare tutto, da Forza Italia a Forza Enotria, i voti sono suoi». E intanto Ferdinando Adornato annuncia: «Anch’io ho registrato il marchio del “Partito della liberta”, nella primavera del 2005».
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