Pdl sempre più spaccato Gli scajoliani contro Barci

Pdl sempre più spaccato Gli scajoliani contro Barci

Se non volano gli stracci, poco ci manca e il Pdl ligure appare come una polveriera pronta ad esplodere. Il giorno successivo alla vittoria di Marco Doria alle primarie del centrosinistra sul volto di molti dirigenti del partito era tornato il sorriso, convinti che fosse la volta buona per dare la svolta politica alla città che i moderati sognano da trent’anni. Poi le proposte su che tipo di squadra allestire, chi coinvolgere per il cartello anti sinistra, quindi il metodo per individuare il candidato e chi avrebbe dovuto scegliere. Primarie sì, primarie no... e candidato fantasma parafrasando una canzone di Elio e le Storie Tese. Il Pdl si ritrova spiazzato dalle scelte dell’Udc che non ha voluto ragionare su soluzioni comuni e con una Lega Nord decisa a contarsi da sola (e falcidiata anch’essa dagli scontri interni). Nonostante gli ultimi appello verso la Lega Nord, lanciati ieri dai vice coordinatori cittadini Gianni Plinio e Antonio Oppicelli, il Carroccio ha risposto picche e nei prossimi giorni presenterà il simbolo della lista con la quale si presenterà alle amministrative che si differenzierà da quello tradizionale. Nelle ultime ore i dirigenti del partito che stanno ragionando su chi mettere in campo avrebbero dovuto raccogliere altri due «no»: quello di Enrico Bartolini, presidente dell’Ordine dei medici di Genova, e quello di un avvocato genovese il cui nome è rimasto top secret. Così dalla sede di via Macaggi sarebbe partita una lettera per via dell’Umiltà a Roma con una rosa di tre candidati «giovani», sulla quale sarebbe chiamato a ragionare direttamente il segretario nazionale Angelino Alfano.
Ma dopo il congresso unitario di domenica scorsa il Pdl dimostra già crepe al suo interno come dimostra la vignetta apparsa sul portale internet Caravella.eu, organo di informazione della scajoliana Fondazione Cristoforo Colombo. Un Gianni Barci, neoeletto coordinatore metropolitano del partito, con le mani intente a strofinarsi gli occhi, una sveglia il cui quadrante rappresenta il simbolo del Popolo della Libertà e la vignetta: «Primarie? Vincere? Ma non era previsto! Che ora è... Portatemi un caffé». Segno della distanza tra l’ala del partito che fa capo a Claudio Scajola e quella che risponde al tandem Grillo-Biasotti che, invece, avevano replicato come non ci fosse il tempo e la possibilità organizzativa per impostare consultazioni tra iscritti e simpatizzanti del centrodestra.
Chi è pronto allo strappo con il Pdl è anche il movimento arancione di Liguria Moderata che aveva tentato nelle scorse settimane di avvicinare le posizioni del movimento berlusconiano con il partito di Casini e altre liste civiche minori che si riconoscono nell’area moderata: «Siamo partiti oltre un anno fa dicendo le cose che ora ripetono tutti - attacca Andrea Cambiaso, presidente di Liguria Moderata -.

Se ci sono arrivati quattro scemi come noi, non ci possono arrivare i professionisti della politica? Qui o si mettono da parte le antipatie personali e si rema nella stessa direzione o non si arriva ad alcun risultato».

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