Il Pdl stoppa le primarie ma cerca candidati

Il Pdl stoppa le primarie ma cerca candidati

Il comunicato è secco. «Si precisa che le dichiarazioni rilasciate dai neo consiglieri regionali Matteo Rosso e Raffaella Della Bianca circa la candidatura a sindaco di Genova di Enrico Musso sono da intendersi rilasciate a puro titolo personale. Si precisa altresì che la candidatura a sindaco di Genova del 2012 sarà quanto prima portata al'attenzione del Coordinamento Metropolitano che la vaglierà con la dovuta attenzione, unitamente a tutte le eventuali autocandidature che gli interessati faranno pervenire in quella sede». Poche righe firmate Gianfranco Gadolla, coordinatore metropolitano del Pdl.
La voglia di primarie di due elementi di spicco del partito, due consiglieri regionali votatissimi, che ieri è stata raccolta dal Giornale, ha provocato la reazione della dirigenza. Perché il tema è delicato, rappresenta uno dei possibili motivi della sconfitta in Liguria. Almeno uno di quelli che molto spesso vengono individuati dai delusi, e cioè la scarsa rappresentatività dei candidati, la distanza con la «base».
Gadolla precisa che le dichiarazioni sono a titolo personale, come d’altra parte era evidente già nell’articolo, ma sul problema primarie non si sbilancia. «Se ci saranno o meno è una risposta che non posso dare io, non ho la sfera di cristallo - spiega - E sulla loro opportunità parlerei anch’io a titolo personale. Cosa che va evitata assolutamente». Il problema però esiste e il fatto che venga portato avanti da chi si è dimostrato capace di conquistare la fiducia dei cittadini non può essere sottaciuto. «Infatti se ne potrà discutere, ma all’interno del partito, non sui giornali - replica il coordinatore metropolitano - Tra l’altro si affronterà nei prossimi giorni il futuro del Pdl a livello nazionale. Silvio Berlusconi intende riunire gli organi preposti».
Ma a livello locale i congressi «veri», decisivi, non sembrano alle porte. Perché, come spiega lo stesso Gadolla, «c’è una circolare di inizio anno che invita a celebrare i congressi comunali, ma sembra sia riferito ai comuni della provincia non a quelli delle città metropolitane». Insomma, potrebbero cambiare i dirigenti delle singole cittadine. Ma è anche vero che il cambiamento, se ritenuto necessario, dovrebbe arrivare a livello più alto. Le scelte fondamentali da fare, quali ad esempio le primarie, non possono essere prese in qualche cittadina della riviera. «Ma le primarie sono tema nazionale, non locale - taglia corto il coordinatore - Non possiamo farle qui a Genova e a Bari no. Se il partito decide che si possono fare, se ne parlerà».
Qualcosa comunque va fatto, pur nell’importante affermazione in una regione rossa dove il Pdl si è confermato primo partito, resta la delusione per la vittoria di Burlando. Quello che poi conta, quello che sentono i cittadini è quello. Il comunicato di risposta a Rosso e Della Bianca parla di «autocandidature», ma forse quello è l’ultimo dei problemi, perché gli stessi consiglieri non le hanno direttamente avanzate. «Quello di cui c’è bisogno è piuttosto lo spirito unitario - taglia corto Gadolla - Lavorare tutti nella stessa direzione senza fughe personali in avanti». È un po’ come ammettere che non c’è stato per Biasotti questo spirito? «Non so se è mancato, vedremo, ne parleremo. Ma sempre tra di noi, a livello di partito, non sui giornali».

Qualcosa si «muove», e i tempi non dovrebbero neppure essere lunghi. Non necessariamente si parla di ricambio ai vertici, di «teste» da cambiare. Ma la scossa serve. Alla proposta delle primarie è stato imposto una direzione obbligata, non uno stop definitivo.

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