RomaGasparri avverte: «Prima lordine, poi tutto il resto». Casini è definitivo: «Lo Stato in Calabria non cè, è morto». Per Di Pietro arriva la «rivolta degli schiavi contro la criminalità organizzata». E per Prodi in Italia, invece di puntare allintegrazione degli stranieri, si alimenta una «crescente diffidenza».
Di fronte ai fatti di Rosarno, il mondo della politica sinterroga sugli errori fatti nel campo dellimmigrazione. Dopo gli scontri e le aggressioni, per il portavoce del Pdl Capezzone, «dal governo è venuta una prova di serietà che dà fiducia ai cittadini».
Nellopposizione non la pensano così e Livia Turco del Pd dice basta alla «retorica della clandestinità», chiedendo al governo di «promuovere legalità insieme alla lotta alla criminalità». La regione, per il governatore Loiero, è abbandonata dallo Stato che non ha stanziato i fondi promessi. «La Bossi-Fini - afferma- si è rivelata una pessima legge». Ha aumentato, per Ferrero della Federazione di sinistra, «in modo spropositato lo sfruttamento in nero degli immigrati e il lavoro schiavistico».
La spiegazione è unaltra, per Gasparri. «Leccesso di immigrazione clandestina - dice il capogruppo Pdl al Senato - causa degrado, sfruttamento degli stessi immigrati e disordini». Quanto alle accuse dellopposizione, sono «risibili», perché le leggi «contro limmigrazione clandestina e per la sicurezza fatte dal governo sono giuste e occorre semmai essere più rigorosi nellapplicazione».
Il leader dellUdc Casini sostiene che in Calabria «la ndrangheta regola i rapporti sociali» per lassenza delle istituzioni. «Non possiamo - aggiunge - non farci carico dellindignazione della gente, ma dobbiamo anche denunciare che tanti italiani trattano queste persone come delle bestie». Per lui sulla sicurezza la politica deve intervenire, ma la linea giusta non è quella della Lega.
Serve «una risposta immediata dello Stato», dice la candidata della Pdl alla presidenza della Regione Lazio Renata Polverini, daccordo con linvio di uomini della polizia e convinta che «lì cè un problema che va oltre il regolare processo di integrazione». Tutta colpa del «troppo lassismo» degli anni passati verso i clandestini, secondo il ministro leghista Calderoli. Ci vogliono più espulsioni e, come dice Maroni, «la linea deve essere quella del rigore». Si parla in queste ore di una specie di «sciopero» degli immigrati, convocato con un tam-tam su internet e il ministro commenta: «Escluderei che vogliano farlo i regolari.
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