Il Pdl vota Musso ma non lo dice Chiesto l’azzeramento dei vertici

(...) mai vista.
Eppure l’analisi del voto parla chiaro: in città si è passati da cifre del trenta e passa per cento al nove e qualche soluzione per invertire la rotta dovrà essere presa. La prima posizione che esce, quasi univoca, dalla riunione del partito è l’appoggio al ballottaggio a favore di Enrico Musso. Candidato del Terzo Polo che per due anni e mezzo è stato criticato pesantemente a turno da tutti gli eletti e i quadri del Pdl e che tutto a un tratto diventa «l’unica possibilità per non consegnare le chiavi della città alla sinistra». Lo scrivono in una nota (frutto del lavoro di cesello tra le varie anime che hanno preso parte alla riunione) i coordinatori del partito Gianni Barci e Antonio Oppicelli dove è scritto, tra l’altro, che «il candidato al ballottaggio Enrico Musso non ha preso alcuna iniziativa per sollecitare al voto le altre formazioni politiche del centrodestra. A prescindere - si legge ancora nel comunicato -, il Popolo della Libertà non potrà mai e in alcun modo accettare o anche solo facilitare che la città sia consegnata alla sinistra, che è e rimane da decenni la forza che ha portato la città dove è adesso: al punto più basso della sua storia».
L’invito agli elettori a non disertare le urne è accompagnato dalla dura analisi dei numeri riportati dallo stesso coordinatore cittadino Gianni Barci e ripresa anche dal candidato sindaco Pierluigi Vinai che ha anche spiegato come le ragioni del flop passino per l’impegno finanziario del partito otto volte più basso rispetto alla precedente campagna elettorale. Poi si sono alzati i toni con gli attacchi di Luigi Zoboli allo stesso Vinai perché troppo critico nei confronti del Pdl salvo poi salire sul carro per fare il candidato, quindi Luigi Grillo che se l’è presa con Luigi Morgillo per le considerazioni fatte sul voto a difesa di Vinai quando alla Spezia il risultato del centrodestra è stato altrettanto deludente. Ma anche Lilli Lauro contro Zoboli, poco impegnato nel partito, e il vice coordinatore Francesco Caso che ha rinfacciato al senatore Grillo l’attacco a Claudio Scajola nel giorno in cui Angelino Alfano ha fatto tappa a Genova. Dalle bordate che non hanno risparmiato nemmeno la linea editoriale del Giornale, si è passati anche ad una seconda proposta già ampiamente annunciata prima del vertice e concretizzata da Gianni Plinio, tra i vice coordinatori del partito che ha chiesto l’azzeramento dei vertici locali. Proposta congelata dopo una discussione e rimandata alla prossima settimana quando si riunirà il coordinamento metropolitano. Ma l’idea è che nessuno, almeno adesso, sia intenzionato a fare passi indietro.


Poi ci sono gli assenti come Sandro Biasotti, il deputato che il giorno dopo l’esclusione del Pdl dal ballottaggio genovese ha pubblicamente espresso il suo impegno per Musso: «Parla ai giornali ma non frequenta i partiti né le campagne elettorali che dovrebbero competergli», è il rumor che accarezza le orecchie di chi origlia dietro la porta blindata della sede del partito.

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