Massimo Malpica
da Roma
Un balletto di «economine» con coreografia ministeriale. È un caso classico di conflitto di interessi: la stessa persona che siede ai vertici dellente che vigila e che presiede lente vigilato.
Il primo organismo è il ministero dellAmbiente, guidato da Alfonso Pecoraro Scanio, ora alle prese con la grana-rifiuti. Il secondo è lApat, lAgenzia per la protezione dellambiente, che nel suo sito web chiarisce di essere «sottoposta ai poteri di indirizzo e vigilanza del ministero dellAmbiente e al controllo della Corte dei conti». Presidente dellApat è un avvocato amministrativista, Giancarlo Viglione. Che, però, ricopre anche lincarico di capo di gabinetto del ministro.
Viglione è un fedelissimo di lungo corso del leader dei Verdi, ed evidentemente oltre che col diritto se la cava bene sia con lagricoltura sia con le tematiche ecologiche. Già quando Pecoraro Scanio nel 2000 era ministro dellAgricoltura, infatti, lo nominò commissario allInran, lIstituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione. Allepoca il suo capo di gabinetto era Giuseppe Nerio Carugno, avvocato dello Stato e allora presidente proprio dellInran, stretto collaboratore del politico salernitano. Tanto che, allinizio di questa legislatura, Carugno occupa la stessa poltrona nel nuovo ministero. E Viglione è il suo vice.
Ma appena insediato, come già aveva fatto dal suo ufficio di via XX settembre, il leader verde comincia a commissariare gli enti controllati. Carugno, dopo un rapido passaggio allEnte parco dellarcipelago toscano, a dicembre 2006 lascia il suo posto al ministero per fare prima il commissario straordinario e poi il consigliere damministrazione dellIcram, Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare, al posto di Folco Quilici. Con un compenso, in quanto commissario, di circa 50mila euro. AllIcram Pecoraro manda anche il capogruppo dei verdi in Consiglio comunale a Salerno, Ferdinando Mainenti, che il ministro, quando era allAgricoltura, aveva già spedito a fare il commissario dellIstituto sperimentale per lorticoltura di Pontecagnano. Stavolta lo nomina coordinatore amministrativo. Quando il regime commissariale finisce, lex consigliere verde riceve lincarico di direttore generale dellente. Aveva percorso la strada dal ministero allIcram anche il consigliere scientifico di Pecoraro Scanio, Silvestro Greco. Biologo marino, prima è stato commissario straordinario, poi, in seguito ad alcuni rilievi sollevati dalla Corte dei conti, ha ricoperto il ruolo di «coordinatore scientifico» dellente.
Con le dimissioni di Carugno, Viglione ne prende il posto come capo di gabinetto, mentre «vice» diventa Gaetano Benedetto, segretario aggiunto del Wwf Italia. Ma nel frattempo anche Viglione è diventato commissario straordinario. DellApat, appunto. A differenza di chi lha preceduto non si dimette, nonostante uninterrogazione parlamentare dei senatori di An Franco Mugnai e Antonio Battaglia. Anzi, incassa pure la promozione. E, al termine della gestione straordinaria, a maggio 2007 viene nominato presidente dellente ambientale dal Consiglio dei ministri. In commissione Ambiente a Montecitorio Viglione riceve il parere favorevole alla nomina. Ma molti, dal deputato del Pd Ermete Realacci alla stessa «verde» Grazia Francescato sottolineano la necessità che lasci la sua poltrona al ministero. Un «suggerimento» che, però, cade nel vuoto.
AllApat non tutto fila liscio. Cè un sindacato che trova discutibili le scelte del commissario-presidente: è lUsi-Rdb Ricerca. Nella primavera dello scorso anno contesta le immediate nuove assunzioni di cococo decise da Viglione e anche la nomina di Luigi Capasso a capo dipartimento gestione del personale, avvenuta il 4 aprile del 2007.
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