No allo spot che pubblicizza la maleducazione. Levata di scudi dei pediatri contro l'ultimo spot  della Vodafone dove compare un bambino che praticamente fa a pezzi la casa e invece dei  rimproveri si guadagna un sorriso da parte dei comprensivi genitori. Dopo essersi affidati alla  collaudata coppia Totti-Blasy la compagnia telefonica ha lanciato una serie di nuovi spot che  non puntano sulla presenza di gente famosa ma sulla chiave emotiva e lo slogan "le cose belle si  fanno in due". Anche i figli ovviamente. Peccato però che uno spot in particolare abbia colpito  negativamente la Società italiana di Pediatria.
 «Lo spot della Vodafone è l'esempio di come i genitori non dovrebbero educare il figli»,  attaccano i pediatri che raccontano di aver ricevuto numerose proteste da parte di genitori e  singoli specialisti che si sono anche confrontati su blog e social network. Dunque i pediatri  hanno deciso di scendere in campo contro il messaggio pubblicitario lanciato dall'azienda  produttrice di telefonini. 
 Ma che cosa fa di tanto terribile questo bimbo, un biondino dall'aria da tenero mascalzoncello?  Compare in scena correndo mentre srotola la carta igienica in giro per tutta casa, un "classico"  dai tre ai cinque anni. Poi butta un mazzo di chiavi nel wc del bagno, infila il telecomando  della tv in una boccetta d'inchiostro e disegna sull'immacolato muro della sala da pranzo. I  genitori dapprima increduli e preoccupati si "sciolgono" quando si accorgono che il disegno del  piccolo rappresenta la famiglia: mamma, papà e figlioletto che si tengono per mano con un grande  cuore accanto. I genitori dunque non lo rimproverano ma sorridono in modo comprensivo.
 «Lo spot appare come un messaggio a sostegno dell'incapacità dei genitori di dare delle regole  certe ai propri figli, di insegnare ciò si fa e ciò che non si fa sin dalla più tenera età  -sostiene il presidente della Sip Alberto G. Ugazio- É un esempio molto negativo per i bambini  che vedono tollerati, anzi addirittura apprezzati, comportamenti che devono invece essere  fortemente censurati. L'educazione è apprendimento delle regole, che avviene in primo luogo in  famiglia, e dalle quali il bambino riceve la sua individualità sociale». 
 I pediatri non prendono in considerazione l'elemento "chiave" che trasforma le malefatte del  bimbo in un atto d'amore agli occhi dei genitori. Certo va sottolineato che ci si trova di  fronte a genitori "da spot", non si tratta di genitori veri ai quali, purtroppo, spetterebbe  infilare le mani nel water close per recuperare le chiavi. Nella dura realtà sarebbe  probabilmente più difficile lasciarsi incantare dal disegno di fronte ad una simile prospettiva. 
 Forse proprio allle tante sgradevoli conseguenze delle azioni del bimbo ed al timore del  fenomeno imitativo deve aver pensato il segretario della Sip, Rino Agostiniani, bocciando senza  appello lo spot.
 «Stiamo vivendo un periodo storico di "emergenza educativa", con genitori, spesso talmente  fragili ed emotivi, da ritrovarsi incapaci di porre regole, di predisporre con autorità e  solidità quei paletti che consentono al bambino di orientarsi una volta adulto.
Pediatri contro lo spot: diseducativo perchè mostra genitori troppo permissivi
La Società Italiana di pediatria mette sotto accusa l'ultima campagna pubblicitaria della Vodafone. «Lo spot della Vodafone è l'esempio di come i genitori non dovrebbero educare il figli», dicono gli esperti che parlano di una vera e propria emergenza educativa perchè i genitori sono incapaci di imporre regole certe.
					Commenti
				
				Pubblica un commento
	
		Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.