Luca Testoni
Il dualismo è il sale della vita. Guai non ci fosse. Per chi non lo sapesse o non lo ricordasse, c'è stato persino nell'era pionieristica del rock italiano. Quella della scena alternativa dei primi anni Ottanta.
Ricordate il punk filosovietico degli emiliani Cccp? E la new wave tesa e impegnata dei fiorentini Litfiba? A guidarli erano due leader nati. Da una parte, Giovanni Lindo Ferretti, di mestiere cantante, di vocazione poeta, già eroe della controcultura italiana e oggi una specie di «monaco laico» che ambisce a vivere, dimentico e dimenticato, lontano dalle vanità del mondo. Dall'altro, manco a dirsi, Piero Pelù.
Quest'ultimo, classe 1962, dopo 15 anni intensi di urla, parole, teatralità e impegno in compagnia dell'ex alleato Ghigo Renzulli e degli altri sodali, ha deciso di mettersi in proprio per cantare e suonare med-rock.
«Una sorta di manifesto dentro cui si trovano poi tutti gli elementi dello show, fusione ideale tra suoni etnici, cultura orientale e mediterranea con il rock, il rhythm'n'blues e il funk - spiega -. Un'amalgama che deve essere in grado di unire realtà in apparenza distanti, quasi a esemplificare il bisogno di armonia tra popoli e tradizioni diverse».
E il med-rock e la «cornucuore», il suo simbolo, hanno accompagnato i primi sei anni da solista di Pelù, che ha abbandonato il look da pirata con la lunga criniera, ma non i pantaloni di pelle e gli stivali pitonati.
Nonostante il tempo passi, non viene comunque meno il desiderio di fare musica e di suonarla dal vivo.
Piero Pelù, Alcatraz, oggi ore 21, info 02-76113055, ingresso 20 euro
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.