In pellegrinaggio nella città segreta firmata Gio Ponti

Sobria, elegante, funzionale e innovativa: ecco gli aggettivi che identificano Milano. E se è esistito un architetto che ha saputo ben riassumerli tutti, questi è senza dubbio Gio Ponti che dagli anni Cinquanta in poi ha disseminato la città di gioielli mai troppo appariscenti e non da tutti conosciuti come si conviene. Anche per questo la Triennale, che al grande progettista-designer dedica una deliziosa mostra, ha organizzato un ciclo di itinerari guidati che fino a fine giugno porteranno il pubblico alla scoperta degli edifici che hanno fatto la storia recente (e la bellezza) della nostra città: il grattacielo Pirelli, Palazzo «Montecatini 1» di via della Moscova, il «Montecatini 2» di largo Donegani, le case di via Dezza, la Domus Serena di via Letizia, l’esagonale chiesa di San Francesco al Fopponino a via Paolo Giovio, e ancora l’edificio Montedoria e quello del Politecnico. Le visite guidate a cura di Triennale, Politecnico, Atm e Comune di Milano, sono iniziate il 21 maggio e sono andate letteralmente a ruba. «Francamente non ce l’aspettavamo - dice il presidente di Triennale Davide Rampello - perchè fino ad oggi la grande figura di Gio Ponti è stata un po’ sottovalutata. Questo successo dimostra invece che il suo segno è impresso nel cuore di tutti i milanesi».
Ma veniamo al tour che prevede ancora due tappe con visite guidate all’interno degli edifici accompagnati da esperti di architettura (per prenotazioni: www.triennale.org). Sabato 11 giugno, due partenze dalla Triennale (alle 11.30 con rientro alle 13 e alle 15.30 con rientro alle 17) con destinazione Politecnico, la chiesa di San Luca Evangelista, la casa in via Domenichino, la casa in via Brin, la casa Dessiè e la chiesa di San Carlo Borromeo. Particolarmente interessante la visita al Politecnico di piazza Leonardo da Vinci che comprende un tour all’«Edificio Nave» e all’«Edificio Trifoglio». La Facoltà di Architettura fu progettata da Ponti con la collaborazione di Giordano Forti anche se l’edificio Trifoglio non rispondeva all’idea primaria del maestro, che nella prima fase del progetto intendeva realizzare la sede come un «edificio insegnante», una sorta di laboratorio. Ponti pensava che l’architettura dell’edificio dovesse rappresentare il primo «insegnamento ambientale». Sabato 18 il tour toccherà Pirellone, Montecatini 1 e Montecatini 2, Via Dezza, le case di via Letizia e la chiesa di San Francesco al Fopponino. Quello delle chiese rappresenta un capitolo interessante. A Milano, l’architetto realizzò tre esempi importanti: San Luca Evangelista, eretta a Città Studi nella seconda metà degli anni Cinquanta, San Francesco al Fopponino (1961-64) e la cappella di Santa Maria Annunciata dell'ospedale San Carlo (1964-65).

Le caratteristiche dominanti dell’architettura sacra di Ponti sono forme geometriche, le facciate rivestite da piastrelle in gres ceramico grigio e i fasci di luce che spiovono dai tagli ricavati al di sotto del limite delle falde della copertura. Un tema che affascinava l’architetto, che amava dire: «Costruire una chiesa è un po' come ricostruire la religione, restituirla alla sua essenza».

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